“Trambusto sul pianerottolo, graffi sulla porta, guaiti, voci, agitazione, il campanello che suona, mamma che va ad aprire. La vicina non fa neppure in tempo a spiegare cosa accade che Fuffi è già entrato in casa, è saltato sul letto e mi lecca il viso, mostrando tutta la sua felicità. Fuffi, proprio lui, è tornato…”
Non so dire quanto tempo fosse passato dal giorno in cui mia madre aveva deciso di mandarlo via, costretta a farlo, a suo dire, per quel suo vizio di rompere tutto ciò che trovava in casa nei momenti in cui rimaneva da solo. Sì, perché Fuffi era un dolce e affettuoso cagnolino che mai avrebbe morso né si sarebbe ribellato alle scelte di noi umani, ma che mal sopportava la solitudine. E poi c’erano quei suoi continui tentativi di fuga a innervosire. Bastava una piccola disattenzione, uno spiraglio tra la porta aperta e le gambe di chi era intento a varcarla, che gli scattava dentro l’irrefrenabile desiderio di correre verso la libertà. Puntualmente era la mamma a tuffarsi all’inseguimento, ed ogni volta la vittoria l’aspettava nel portone chiuso o nella disponibilità di un vicino a bloccare il fuggitivo. Io assistevo alle sue rincorse, sicura del suo affetto e del suo timore di perdere quel cane indisciplinato, ma tanto buono. La stessa paura che la spingeva a tenermi stretta la mano quando uscivamo, testimone di quel controllo che non poteva permettersi di perdere.
Fu così che un giorno, al ritorno dall’asilo, scoprii che il mio cagnolino era andato a vivere in campagna presso un amico della nonna. Ci rimasi male, ma non ricordo di aver pianto, perché la sua mancanza venne coperta dall’arrivo del morbillo che mi annebbiò i pensieri con la febbre. Da un giorno all’altro Fuffi era scomparso, ed io ero stata costretta a prendere per buone le logiche spiegazioni che mi venivano date. Certo era bravo, docile e affezionato, ma cominciava ad essere pesante quel suo agire nevrotico e ingestibile. Fuffi che avevo tanto voluto e con cui avevo condiviso quasi due anni di vita. Fuffi con quell’occhio nero come l’orecchio, allegro monello, tenero coccolone, non c’era più, ma a quanto pare era solo un cane e non dovevo farne un dramma…
Il suo esilio, tuttavia, non durò molto. Ero ancora impegnata con il morbillo il giorno in cui fece ritorno a casa vittorioso e sicuro. Era riuscito a liberarsi dalla fune che lo teneva legato, ritrovando la strada di casa. Non so quantificare la mia gioia né quella di tutta la famiglia. Un cane che ritrova la strada è sempre visto come un eroe, meritevole di tutti gli onori, e Fuffi fu festeggiato, lodato e ancora amato… anche se per poco. Dopo un paio di giorni fu mandato via di nuovo. Ma questa volta non tornò più, perché la fune fu sostituita con una catena.
Fuffi voleva solo essere libero di gestire la propria vita e questo spaventò tanto l’essere umano da spingerlo a imprigionarlo. Non importa se sei buono o cattivo, l’importante è non mostrare mai il tuo desiderio di essere libero di fare le tue scelte. Questo ho imparato da quella esperienza. Perciò dissi a mia madre che non l’avrei mai abbandonata ed imparai a non raccontarle dei miei sogni, perché avrebbero perso valore se non fossero corrisposti ai suoi, e perché in qualche modo lei mi avrebbe imprigionato con le sue convinzioni. E di prigione mi parlava ogni volta che facevo dei capricci. “Ti faccio arrestare se non fai la brava”, mi diceva esasperata dai miei tentativi di ribellione.
A cinque anni con Fuffi
❤ ❤
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🙂 🙂
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😡😡😡😢😢😢 “Non importa se sei buono o cattivo, l’importante è non mostrare mai il tuo desiderio di essere libero di fare le tue scelte….”. È si, serve giocare d’astuzia e a volte serve impararlo presto… Troppo presto!
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Proprio così. La libertà altrui spaventa, se non corrisponde alle nostre aspettative…
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La tua storia è molto bella ed ha anche una bella riflessione finale. Il mio bimbo, di 14 mesi sta crescendo con un cagnolino che per ora è grande come lui e con il quale si rotolano assieme e giocano finché il quadrupede non si stanca e va a nascondersi… il mio rapporto con il cane è veramente forte, nonostante sia mia moglie che gli da da mangiare. E’ un componente della nostra famiglia al 100% e non lo lasceremo mai. Non risponde al richiamo perché ha un forte istinto predatorio e da noi ci sono scoiattoli, coniglietti e lucertole. A dispetto di questo sono certo che se scappasse, poi finita la sua caccia tornerebbe, solo che in città ci sono troppi pericoli. perdona se ti ho rubato questo spazio ma mi hai coinvolto e ho voluto raccontarti un po’ del mio Jack (e io non sono più un bimbo…).
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I miei figli son cresciuti con Rory, una dolce bassottina, che da undici anni fa parte della famiglia. Non potrei mai pensare di disfarmene… Pensando a Fuffi mi sono sempre chiesta se non fosse stato più giusto correre dei rischi lasciandolo libero, invece che torturarlo a vita con la prigionia, specialmente dopo aver dimostrato di essere capace di cavarsela da solo.
Sono contenta del tuo racconto, perché parla d’amore 🙂
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Ma poi sei andata qualche volta a trovarlo? Non ti mancava?
A me avrebbe spezzato il cuore!
(domandona: nella foto indossavi scarpe ‘correttive’? Io le avevo molto simili e le odiavo con tutto me stesso)
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Non mi ci hanno mai portata.
Non erano correttive, solo scarpe brutte…
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Le mie erano correttive con il plantare e caviglia alta. Orrende e abbastanza scomode.
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So di cosa parli, non sono molto belle a vedere e il plantare deve essere una tortura…
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Dicevano che avessi piedi piatti e ginocchia valghe. Forse era anche vero, ma era una torura indossarle.
Bello il tuo vestitino nella foto. Fuffi delizioso e con il muso da ‘furbetto’.
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Hai fatto bene a portarle, rimediano molto.
Il costume da olandesina l’aveva scelto mia mamma per carnevale. E Fuffi era bravissimo, un vero tesoro
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Bellissima la tua storia. Raccontata con grande sentimento e quel raziocinio che non guasta mai. E’ duro, ma vero: la nostra libertà potrebbe esser limitata se non corrispondente a quella altrui.
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In fondo abbiamo tutti necessità di controllare gli altri, in un modo o nell’altro, per paura, per possesso, per rivalità…
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Mi piace molto la storia e il filo sottile che, si percepisce dalle tue parole, ti lega per sempre a Fuffi. Bellissima e in tinta anche la musica. 🙂
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Grazie PJ. In fondo siamo vissuti sotto lo stesso “controllo”…
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🙂 I “controlli” alla lunga, non pagano, e tutto quel che deve essere alla fine sarà o è già stato.
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Infatti, il controllo serve solo a guadagnare un po’ di tempo, null’altro, perché ogni forzatura alla fine finisce per implodere…
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Hai ragionissima! Non è un caso che spesso il controllo sia esercitato proprio da chi sente il bisogno di mascherare la propria debolezza e insicurezza e la difficoltà a gestire l’imprevisto.
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O semplicemente pigrizia che limita l’altro per non chiedere troppo a se stessi…
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… un altro caso sempre possibile 😉
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Siamo in tanti, tutti diversi gli uni dagli altri… 😉
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Ho sempre mal digerito le bugie dei grandi quando mi toglievano gli animaletti che amavo.
Anche io ho imparato a celare i miei sogni per non essere condizionata dalle persone che amo, ma forse tutto questo a fatto di me una persona riservata e introversa ma libera di decidere .
Bellissima storia come sempre ricche di profondità
Ti Abbraccio Franca..
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Gli adulti credono che il ricordo di una bugia non resti, che svanisca col tempo, ma in realtà esso diventa l’origine del confronto e di quella ribellione che spesso porta anche a conflitti personali molto complicati.
Io ho sempre avuto buona memoria e questo mi ha aiutata a capire dove collocare il torto…
Ti abbraccio anche io Franca, un bacio 🙂
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In verità nel tempo sono riuscita a comprendere le ragione dell’altro ma certo non dimentico le ferite da loro procurate …
Kiss ❤
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Capire le ragioni dell’altro non vuol dire giustificare sempre. Per quanto sia forte la motivazione, la possibilità di scegliere, e di impegnarsi per soluzioni diverse, esiste sempre. A volte, basta un po’ di volonta…
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Bellissima la tua storia dolce e triste al tempo stesso. Il desiderio di libertà non andrebbe taciuto. Sempre che non limiti la libertà dell’altro e non ferisca chi ci sta vicino andrebbe “sussurrato” come un ns diritto alla vita.
Ti abbraccio🌞
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Non andrebbe taciuto infatti, ma a volte è necessario nasconderlo per poterlo raggiungere, perché spesso agli altri non interessa che tu viva la tua vita, ma che la viva e basta…
Un abbraccio forte anche a te 🙂
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mi piace molto leggerti 🙂
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Grazie Monica! Anche io ti leggo con piacere. Molto tenera e ben raccontata la storia di Petruzzo che ogni sabato dice che si sposerà… 🙂
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Grazie dolce Dora..:) anche io ti leggo molto volentieri e continuerò a farlo!
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Un abbraccio grande 🙂 🙂
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Una storia così dolce meritava di essere raccontata con altrettanta delicatezza 😘
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Lo dovevo a Fuffi, è sempre nel mio cuore… 🙂
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Si sente che è così 😘
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Hai scritto a fronte di uno dei vari commenti: «Pensando a Fuffi mi sono sempre chiesta se non fosse stato più giusto correre dei rischi lasciandolo libero, invece che torturarlo a vita con la prigionia, specialmente dopo aver dimostrato di essere capace di cavarsela da solo.»
Non solo condivido pienamente, ma trovo che questa è la vera – concreta – morale della storia (storia peraltro da te resa molto bene).
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Grazie Guido. E’ un pensiero che mi tormenta ancora. In fondo, se mia madre non gli permetteva di uscire da solo era anche per la sua incolumità, oltre che per il timore che non sarebbe più tornato. E a questo proposito mi sono sempre interrogata su cosa voglia dire amare…
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«anche per la sua incolumità…. a questo proposito mi sono sempre interrogata su cosa voglia dire amare…»
Osservazione giustissima e acuta, non ci avevo pensato, mi hai passato il quesito… contagiato.
Difficile trovare una risposta.
Di primo acchito, mi fai pensare che dipende dalla sensibilità di chi ama. Dalla sua capacità di mettersi nei panni dell’amato. Ma qui c’è una linea di confine troppo incerta e indefinibile. Fino a che punto è giusto interferire nella vita dell’amato, a che punto fermarsi o andare avanti con i propri punti di vista. Difficile, impossibile avere la certezza di fare la cosa giusta.
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La certezza non si potrà mai avere, ma di sicuro la strada giusta non passa solo in ciò che sappiamo o crediamo di sapere…
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Un racconto in cui mi ritrovo. Anche ora devo difendere il mio gatto dai tentativi di allontanamento da parte di mia madre😂 In passato ho dovuto lottare per poter tenere con me un cane…
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Questo perché si tende a sottovalutare l’affetto che l’animale può provare… Fai bene a difendere il tuo gatto 🙂
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😉
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Che storia triste… Da stretta al cuore! Complimenti però perchè scrivi proprio bene 🙂
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Una stretta che non mi lascia, ma ero una bambina e nulla potevo.
Grazie per il tuo leggermi 🙂
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Sì soprattutto perchè avendo un cane so quanto amore provano per i padroni quindi immagino che quella tanto agognata libertà veniva tutta dal forte desiderio di poter stare nuovamente con te e con la tua famiglia.
Figurati è un piacere 😊
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Perché, nonostante tutto, gli animali si fidano di noi…
Bacio 🙂
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“imparai a non raccontarle dei miei sogni”
Anche io ho imparato questo, sin da piccola… da un lato è triste e doloroso, dall’altro è bene, non ci se deve preoccupare che saranno svelati a terzi, rubati o trattati male :))
Lezioni ho imparato anche io dalla mia Jackie, non vedo l’ora di sistemarmi da qualche parte e mettermi a raccontare.
p.s. off topic – Sono stata ieri al mare e ho visto una signora che ti assomigliava tantissimo. Da brivido. Il primo impulso è stato di alzarmi e “salutarti”, poi con ultimo briciolo di ragione mi sono fermata, dicendomi che non può essere. :)) Ho bisogno di confermarmi che non eri tu :))
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Imparare supportati dagli adulti è positivo e naturale, ma imparare da soli, rubando il sapere, lascia una malinconia che non ci abbandonerà più…
Non ero io quella persona al mare 🙂 ma mi sarebbe piaciuto conoscerla se mi somiglia così tanto. Peccato non averle chiesto un recapito…
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“ma mi sarebbe piaciuto conoscerla se mi somiglia così tanto. Peccato non averle chiesto un recapito…”
Identiche. La tua sosia. Pensavo di fare una foto e fartela vedere, ma non mi potevo permettere…
Un abbraccio 🙂
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Sarà in altra occasione 😉
Ti stringo forte Mihaela 🙂
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Dora: ma che quante cose hai sopportato? Ti abbraccio…
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Tante… 🙂
Ti stringo 🙂
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È una storia commovente raccontata con delicatezza….
Un saluto
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Grazie Pupazzovi 🙂 un abbraccio
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c’è tanta tristezza ma come sempre sei così brava con le parole da rendere sopportabile la malinconia più grigia ( giuro, è un complimento! 😉 )
un abbraccio
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Perché non deve essere protagonista la mia tristezza, ma la consapevolezza di ciò che accade e del perché soprattutto…
Forte forte l’abbraccio 🙂
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io credo che al di là di quello che vuoi che sia… sei brava, scrivi bene… hai un SignoDono! 🙂
( lo prendo tutto)
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Grazie Tati 🙂 🙂
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😉
figurati :-*
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Dolce Tati!
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Oh Dora, la tua catena non era visibile come quella di Fuffi ma assai più limitante e sotterranea..
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Ma la vedevo…
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Ti credo, oltre a vederla l’avrai sentita… Forse quel che è peggio, agli occhi altrui non era così visibile…
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Sicuramente, guardando da fuori, ero una bambina molto seguita…
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Per fortuna sei stata forte!!!
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Alla fine, solo alla fine però…
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Abbraccio forte forte te e la piccola Dorina di allora!!!
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Con tanto affetto Tiziana 🙂
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Sincero e profondo ❤️
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E ne sono felice 🙂
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😘😘😘
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Mi colpisci sempre al cuore Dora e poi quando si tratta di animali, ancora di più! Un abbraccio Rò. Ps: la foto è deliziosa!
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Il mio Fuffi… Si, eravamo una bella coppia 🙂 Bacio
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Ti faccio arrestare? Come si può dire questo a un bambino? E separarlo dal suo cagnolino… Mi chiedo quanti orrori si nascondano dietro ai muri delle case……
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Non credo fosse cattiveria, ma solo ignoranza. Certo che sommato a tutto il resto creava non poca confusione…
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Eh infatti…
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Leggerti cara Dora è sempre un piacere, anche se la storia è triste, ricordo anch’io una bambina che amava il suo cagnolino, ma che le fu tolta la sua gioa 😥
Un pensiero al mio Pik ed al tuo Fuffi ❤
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Adulti incomprensibili… Ho trovato il tuo commento in spam. Bacio 🙂
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Che bel narrare, mia dolce Dora! Tocchi l’anima già con le prime righe, per poi regalare una vera perla di saggezza alla fine. Anche se mi sento di condividere le paure di tua madre: un animale in città non è mai un bel vedere, almeno per quanto mi riguarda. Ma so che questa è solo un mio modo di veder le cose…
Un bacio di brezza soave……
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Grazie Silviatico, sei sempre tanto caro. Mia madre aveva sicuramente timori fondati, ma con il ritorno a casa Fuffi aveva dimostrato di saper badare a se stesso, e forse sarebbe stato meglio dargli una possibilità. Non riesco a trovare logica nel togliere libertà per salvaguardare. Il punto è questo: la catena è stata usata per impedire al cane il ritorno a casa e non per salvarlo…
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Mi piace questo tuo essere idealista ed ottimista: un cane in città corre mille e mille pericoli, se non protetto a sufficienza. Lui può anche essere autonomo ed intraprendente, ma non basta per vivere in città: ci vuole tutta la cattiveria di un essere umano per farcela…
Per quanto riguarda il resto, non c’è altra logica che quella che vuole imbrigliare tutto ciò che ad essa sfugge. Per un essere umano è incomprensibile che un animale sfugga al proprio ambiente, per tornare lì dove è un perfetto estraneo……
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Ti racconto una storia: tempo dopo è arrivata a casa Lola, una cagnolina per metà barboncina. Sua madre viveva nel cortile della macelleria dove mia madre andava a comprare e, puntualmente, ogni sei mesi scappava per raggiungere il suo unico amore, tornando incinta. Quasi sempre la padrona provvedeva a sotterrare i cuccioli, ma qualche volta ne regalava. Il padre di Lola era un barboncino abituato ad andare in giro da solo. Faceva il suo giro, magari scegliendo un umano a cui accompagnarsi, per poi tornare dal suo padrone proprietario di un bar. Anche io qualche volta ho avuto il privilegio della sua compagnia.
Bisogna anche dire che Avellino è una piccola città e che parliamo di 45-46 anni fa…
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Altri tempi altri luoghi, mia tenera Dora: oggi le città sono molto più caotiche e la possibilità per un cagnetto di finire stirato sotto un veicolo sono parecchie, come quella di essere scambiato come parafulmine per le paturnie di qualche degenrato maniaco. Però mi piace molto questa tua storia: dice di tempi in cui tutti gli animali si viveva con meno patemi…
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Gli animali tutti… anche quelli su due gambe 😉
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Soprattutto a due gambe, dolcezza mia: abbiamo troppa passione per le catene non solo metaforiche…
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Fa pensare la ricerca, il bisogno che sentiamo di sentirci legati, vincolati…
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alle volte è bisogno, altre un obbligo…
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L’obbligo però dovrebbe anche esso essere sentito come una necessità…
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La canzone che hai scelto la adoro!
Un racconto che fa scendere la lacrima… quando sento parlare di animali mi viene sempre il magone…
Brava ad aver imparato la lezione, io ancora non l’ho capito. Ho bisogno proprio di urlarlo il mio bisogno di libertà. Dovrei farmi furba, esattamente come te 😉
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La libertà conquistata è stata per molto tempo solo quella di pensiero, autonomia e coerenza soprattutto. Per il resto è stato necessario più tempo.
Anche io adoro questa canzone 🙂
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che belli i racconti di famiglia …
ciao 🙂
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Sembrano cartoline d’altri tempi… 🙂
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già …
però che peccato che gli esseri a 2 gambe, di solito, non tengano in gran conto i desideri di quelli a 4 zampe …
certo hanno minori capacità ma non sono privi di emozioni e sentimenti …
ciao 🙂
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Sanno amare forse più di noi…
Ciao Claudio 🙂
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vero … ciao Dora 🙂
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cordiali saluti ❤ Dora ❤
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Ciao Jeannette, un bacio grande 🙂
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Buongiorgno,carissima Dora ❤ molti baci
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🙂 🙂
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Dora, Hugs. My step father gave away my dogs on two separate occasions and I came home from school to find them forever gone. It is hard on kids and pets, especially when pets are protecters and they get the brunt of someone’s cruelty.
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Tammy, mi dispiace, immagino ciò che hai provato. Noi umani a volte trattiamo gli animali come giocattoli vecchi, da dar via quando non servono più, e non pensiamo a loro come esseri senzienti capaci di provare sentimenti 😦
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True and it was a long time ago. But I think the majority of people are decent people out there who do care for children and animals 🙂
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Lo credo anche io. E spero che il rispetto per la vita e i sentimenti di persone e animali diventi un obiettivo in questo mondo…
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This world can’t keep good men and women down 🙂
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Lo spero 🙂
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I wish you a very happy sunday Dora
🙂 ❤
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Grazie mille! Ricambio l’augurio e ti abbraccio 🙂
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oh welcome
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🙂 🙂
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Ti abbraccio Dora.
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🙂 🙂
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Beutiful, cute n brave ur fuffi.
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Aveva il cuore grande…
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Thanks with heart.
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Bacio grande! 🙂
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Oh my God.dear dora !!do u not know dt our indian culture,bacio grande is allwoed only couple n lovers.plz ,if u donn’t mind,u can say only thanks,welcome or xo xo.sorry if u mind.
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Non lo sapevo, scusami. Ti saluto soltanto allora…
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Oh i understood.u r welcome.
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🙂 🙂
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