Frammento d’amore

“Aspettami in quella casetta”, mi disse, indicandomi quattro mura diroccate.
“Facile a dirsi!”, esclamai a voce bassa. Mi voltai verso il rudere, ma non ebbi il coraggio di entrarci. Decisi di aspettarlo sulla soglia, facendo attenzione che nessuno ci vedesse.
“Vieni, non aver paura!”, mi rassicurò, mentre con passo veloce mi faceva strada. “Apri il cappotto…”, mi ordinò con calma Continua a leggere

The Walking Dead

Secondo il blogger, e mio caro amico, ivano f, ho una certa predilezione, per così dire, per The Walking Dead, una serie televisiva incentrata sugli zombie. Premettendo che non ho mai avuto attrazione prima per film o altro in cui gli zombie fossero presenti, mi sono chiesta il perché di tale interesse. Per gli attori? No! Per la trama? A volte delude un po’… Per lo spargimento di sangue? Assolutamente no! Per la caccia allo zombie assassino e la sfida dell’uomo contro il pericolo? Anche in questo caso devo rispondere di no. Ma allora, qual è la ragione per cui mi piace così tanto? Forse perché, in un certo modo, racconta una situazione in cui mi sono trovata: il terremoto dell’Irpinia del 1980. Continua a leggere

La forza di farlo

hqdefaultTutto è finito nel momento in cui ti ho detto che ti amavo, quando ti ho chiesto cosa volessi farne di noi, ricordi? È la stessa domanda che avevi fatto a me quando ci siamo amati la prima volta. Mi hai presa tra le braccia, sussurrandomi che ero la donna che stavi aspettando e che mi avevi voluta fin dalla prima volta in cui mi avevi sentita cantare. “La tua voce è penetrata in me come fuochi d’artificio che ti rimbombano dentro, stimolando le corde più irraggiungibili dei sensi Continua a leggere

Il guinzaglio

Camminava con il capo chino e le mani in tasca. Ogni passo gli costava fatica quanto una corsa. Costringersi a proseguire era una violenza, una tortura che si stava imponendo. Il cuore gli indicava la direzione opposta, ma sapeva che non era più il tempo di percorrerla. Se l’avesse fatto, sarebbe stato costretto a passare sotto casa di lei, a fermarsi, sperando di vederla comparire. Si sarebbe seduto sulla panchina nella piazzetta antistante ed avrebbe spiato i suoi movimenti, aspettando di essere visto. Ma non poteva Continua a leggere

Devi volermi bene

Mi affacciai sulle scale per salutare mia madre, prima che la campanella segnasse l’ora d’inizio delle lezioni. Come ogni mattina le avevo dato un bacio nell’androne dove mi lasciava senza fretta di andar via, presente fino all’ultimo gradino che mi divideva dal primo piano. Come ogni mattina, quella volta mi ero girata a guardarla per l’ennesimo cenno di mano, quando la vidi, intenta a parlare con qualcuno. Mi sporsi con la curiosità di chi non ha nulla da temere, con l’animo leggero e divertito dal fatto di non esser vista, quando il cuore mi si spezzò Continua a leggere