“Aspettami in quella casetta”, mi disse, indicandomi quattro mura diroccate.
“Facile a dirsi!”, esclamai a voce bassa. Mi voltai verso il rudere, ma non ebbi il coraggio di entrarci. Decisi di aspettarlo sulla soglia, facendo attenzione che nessuno ci vedesse.
“Vieni, non aver paura!”, mi rassicurò, mentre con passo veloce mi faceva strada. “Apri il cappotto…”, mi ordinò con calma Continua a leggere
Mese: settembre 2015
The Walking Dead
Secondo il blogger, e mio caro amico, ivano f, ho una certa predilezione, per così dire, per The Walking Dead, una serie televisiva incentrata sugli zombie. Premettendo che non ho mai avuto attrazione prima per film o altro in cui gli zombie fossero presenti, mi sono chiesta il perché di tale interesse. Per gli attori? No! Per la trama? A volte delude un po’… Per lo spargimento di sangue? Assolutamente no! Per la caccia allo zombie assassino e la sfida dell’uomo contro il pericolo? Anche in questo caso devo rispondere di no. Ma allora, qual è la ragione per cui mi piace così tanto? Forse perché, in un certo modo, racconta una situazione in cui mi sono trovata: il terremoto dell’Irpinia del 1980. Continua a leggere
La forza di farlo
Tutto è finito nel momento in cui ti ho detto che ti amavo, quando ti ho chiesto cosa volessi farne di noi, ricordi? È la stessa domanda che avevi fatto a me quando ci siamo amati la prima volta. Mi hai presa tra le braccia, sussurrandomi che ero la donna che stavi aspettando e che mi avevi voluta fin dalla prima volta in cui mi avevi sentita cantare. “La tua voce è penetrata in me come fuochi d’artificio che ti rimbombano dentro, stimolando le corde più irraggiungibili dei sensi Continua a leggere
Il guinzaglio
Camminava con il capo chino e le mani in tasca. Ogni passo gli costava fatica quanto una corsa. Costringersi a proseguire era una violenza, una tortura che si stava imponendo. Il cuore gli indicava la direzione opposta, ma sapeva che non era più il tempo di percorrerla. Se l’avesse fatto, sarebbe stato costretto a passare sotto casa di lei, a fermarsi, sperando di vederla comparire. Si sarebbe seduto sulla panchina nella piazzetta antistante ed avrebbe spiato i suoi movimenti, aspettando di essere visto. Ma non poteva Continua a leggere
Per tutta la vita
“E Agnese dov’è?”, gli chiese l’infermiera incrociandolo nel corridoio.
“È in camera, sta riposando!”, rispose Alfredo, con gli occhi luminosi e le mani ferme sul girello.
“Si è stancata molto ieri sera?”
“Un po’, ma ne è valsa la pena!”, fece lui, convinto.
Sì, ne era valsa la pena. Era stata una bella Continua a leggere
Il Professore Luongo

Lo ricordo farsi strada tra la gente impegnata nella passeggiata domenicale. Lo si vedeva spuntare da lontano, anzi era il suo cartello a dar segno della sua presenza, prima di tutto. Un cartello enorme che ai miei occhi di bambina pareva gigantesco e faticoso da sorreggere. Continua a leggere
Otto tag in mia assenza
Per un po’ di giorni, per cause di forza maggiore, non potrò seguirvi, ma vi lascio qualche tag da cui attingere nuovi follower, tutti degni della vostra attenzione. Continua a leggere
Devi volermi bene
Mi affacciai sulle scale per salutare mia madre, prima che la campanella segnasse l’ora d’inizio delle lezioni. Come ogni mattina le avevo dato un bacio nell’androne dove mi lasciava senza fretta di andar via, presente fino all’ultimo gradino che mi divideva dal primo piano. Come ogni mattina, quella volta mi ero girata a guardarla per l’ennesimo cenno di mano, quando la vidi, intenta a parlare con qualcuno. Mi sporsi con la curiosità di chi non ha nulla da temere, con l’animo leggero e divertito dal fatto di non esser vista, quando il cuore mi si spezzò Continua a leggere