Il bastone

“Il bastone l’hai portato?”, chiese la nonna vedendomi arrivare.
“No!”, le risposi, come ogni volta, sempre con un po’ di pentimento. In fondo non chiedeva nulla di così impossibile, ma la mamma aveva detto che era inutile farglielo avere, perché sarebbe stato solo d’intralcio. Finché fosse rimasta a letto non le sarebbe servito a nulla.
“Ma il dottore cosa dice?”. Con quella domanda tentavo di giustificarmi.
“Se aspetto che lui mi dia il permesso non mi alzerò più da questo letto. Non voglio mica fare la fine di quella lì!”, e indicò la donna nel letto di fronte al suo. “Si è indebolita al punto che ha bisogno di aiuto per tutto. Senti, domani Continua a leggere

Il nemico

“No, non ricordo la tua camicetta bianca con i fiorellini!”, risposi per l’ennesima volta.
“L’hai regalata a qualcuno!”, ribadì mia madre con ostinazione.
“Ti assicuro che ti sbagli!”
“E, queste? Non vedi come sono vecchie? Non mi piacciono!”, continuò, tirando fuori dal cassetto due magliette a caso. “Guarda! Era come questa, ma aveva dei fiorellini sul davanti!”, e indicò un’altra maglietta.
“Ma allora non era una camicetta!”, cercai Continua a leggere

Giornata promettente

“E lavatemi! E pettinatemi!”, reclamò la donna dal suo letto.
“No, signora! Non ha sentito cos’ha detto il dottore? Deve fare da sola”, rispose con calma la caposala.
“E ora come…? Io non posso fare da sola!”, insistette l’altra mantenendo la sua posa da mantide supina.
“Certo che può. Deve solo usare le mani!”.
D’istinto, la donna abbassò gli occhi per guardarle. Parevano due pinze in disuso dimenticate appese a due braccia ripiegate contro il petto. “Ma come faccio? Non posso alzare le braccia, sono piena di dolori!”, si lamentò.
“Fra un paio di giorni tornerà a casa, se non comincia a darsi da fare ora, quando si ritroverà da sola troverà tutto più difficile!”
“Ma io…”, tentò di replicare, ma le parole si persero nell’aria perché, Continua a leggere

Vivimi!

La guardavo mentre portava alla bocca il cucchiaio con la minestra. Lo faceva con pigrizia. Il gomito rimaneva incollato al tavolo e lo sforzo richiesto alla mano non era sufficiente per sollevarla all’altezza del viso. Questo costringeva la testa a protrarsi in avanti, ma non abbastanza da evitare risucchio e ritorno di cibo nel piatto. L’altra mano, invece, la teneva su una gamba, dimenticando di averla portata con sé. Non aveva problemi fisici. Non c’era nulla che potesse giustificare una tale incapacità. Nulla, a parte Continua a leggere