Giovane a chi?

“Se fosse necessario innaffiare le piante…” mi disse convinto.

“Certo, sarà il mio primo pensiero.” Risposi guardando le due piante presenti nella stanza.

Si alzò, mi strinse la mano e mi accompagnò cortesemente alla porta. Non seppi più nulla di lui, della sua piccola impresa edile né delle piante che tanto gli stavano a cuore. La cosa però non mi stupì, non era il primo a lasciarmi senza risposta, in un mare di lettere e colloqui fatti mal volentieri, senza Continua a leggere

A gamba tesa

Si guardò allo specchio con soddisfazione. Però, era stata brava, nemmeno una grinza o una cucitura mal fatta. Si girò a destra, poi a sinistra. Era venuto proprio come voleva, stretto al punto giusto, non vedeva l’ora di andare a scuola per mostrare il suo capolavoro.
“Ma dove credi di andare con quei jeans così aderenti?”, le chiese la madre, affacciandosi alla porta della sua stanza.
“Si portano così! Ce l’hanno tutte le mie compagne!”, rispose stizzita.
“Sarà! Ma non mi piace come moda. Sono troppo stretti e Continua a leggere

Cara 127

All’inizio il nostro rapporto non era stato facile, fino alla fine mi ero dimostrata riluttante, diffidente. “Ho bisogno di conoscerti bene, devo sentirti parte di me prima di uscire da sola con te!”, pensavo mentre squadravo le tue forme. Eri mia, solo mia e con te potevo fare ciò che volevo. Non eri un granché, ma mi piacevi. Eri la mia macchina, la prima, a mio avviso la più bella del mondo.
Vecchia, cara 127 di color rosso fiammante, facevi invidia a una Ferrari. Ricordo ancora le tue tre porte, i vetri dei finestrini tenuti su da due zeppe, rigorose nella loro mansione, e le luci posteriori sorrette Continua a leggere

Maturità

Sedeva al primo banco abbandonata sulla sedia, quasi a dimostrare la stanchezza subita in quegli anni. Non parlava, non si muoveva, ma mostrava rispetto, come unico atto d’onore, perché di onorevole ormai in quella sua sosta forzata non c’era più nulla, e di nulla si sarebbero vestiti gli anni a venire.
Non aveva desideri, nemmeno speranze, e a dirla breve non sapeva neppure se esistesse la possibilità di sperare e di sognare. Dentro di sé il vuoto e l’oblio e la sensazione di aver tentato invano. Alle sue spalle, anni dissolti con ricordi sfumati, nessuna scelta, ma tanti inganni. Davanti a lei, la Continua a leggere

Il palo

Loro erano i miei compagni di scuola, loro erano i miei migliori amici, loro erano innamorati.
Con Francesca e Lorenzo ho trascorso i momenti più spensierati della mia giovinezza. Insieme siamo andati in vacanza, a ballare, al cinema, a caccia di amici, in centro, la sera. Si può dire che con loro ho trascorso gran parte del mio tempo, ho gioito e pianto, ho condiviso problemi e cercato soluzioni. Per loro, però, ho anche fatto il palo. Ma non il palo che vigila mentre i malfattori commettono un reato. No, il mio era un palo nel vero senso della parola, e cioè, mentre Continua a leggere

La piazza

L’altoparlante annunciò la partenza del treno. Giulio prese posto vicino al finestrino, gli piaceva osservare le case che fiancheggiavano i binari e immaginare la vita dall’unico fotogramma di quotidianità che riusciva a cogliere: una donna che stende il bucato, un uomo che sorseggia il caffè in piedi sul balcone, un ragazzo seduto su una panchina con il capo rivolto in basso a fissare le sue scarpe.
Si voltò a guardare gli altri viaggiatori e si chiese quali rapporti avessero con il mondo. Avevano amici? Condividevano con loro la vita? O erano così presi dal lavoro da non avere il tempo di incontrare nessuno? Ripensò alla piazza del paese dove suo padre lo portava la sera per incontrare gli amici. Dopo cena, senza appuntamento, si era certi di trovare qualcuno. Si chiacchierava, si rideva… Continua a leggere

Hai tutto il tempo…

Cosa vuoi saperne tu che sei giovane e non hai esperienza! Quando avrai la mia età capirai! Beato te che hai ancora tutta la vita d’avanti! Sei fortunato perché hai da pensare solo a divertirti!
Quanto sono ingiuste queste frasi. Quanto egoismo si nasconde nel pensiero di chi le pronuncia e traveste l’ipocrisia con la parola maturità.

Crescere è il lavoro più complicato che esista. A vivere son capaci tutti, basta lasciarsi trasportare dal tempo come una foglia dal fiume, affidando a qualcos’altro il proprio destino. Per crescere, invece, occorre Continua a leggere