A chi vuoi più bene?

A chi vuoi più bene? Chiedono i nonni ai nipoti, in odore di rivalità con la parte avversa. Il bambino viene praticamente messo con le spalle al muro e interrogato con finto distacco. Lo si fa passare per uno stimolo di crescita, una tappa comune, un esame da superare per raggiungere un fantomatico premio. Ed egli risponde, perché non ha idea di cosa possa scatenare la sua rivelazione. Agisce d’impulso, a volte riferendosi all’ultimo regalo ricevuto, alla risata più sonora o al tempo trascorso insieme. Non fa ancora distinzioni, perché vuole bene a tutti, ma sa che ognuno è diverso così come è diverso il suo amore.
E ai nonni si aggiungono i genitori, gli amici e perfino la Continua a leggere

Il pacco sbagliato

Una volta gli acquisti per corrispondenza si facevano consultando un catalogo cartaceo. L’ordine veniva spedito per posta e dopo un po’ di tempo arrivava a casa il pacco tanto atteso. Si sapeva benissimo cosa c’era dentro, ma aprirlo provocava le stesse emozioni di un regalo inaspettato. Si rompeva con foga la scatola, si controllava e, se il contenuto non soddisfaceva, si poteva pur sempre restituire.
Nel tempo tutto è rimasto uguale, tranne che per i mezzi usati e la varietà di prodotti offerti. Ed anche ora, come allora, l’opportunità di restituzione persiste e incoraggia…

Ma non è di questo che volevo parlarvi. Non di merci, del cui scambio è risaputo, ma Continua a leggere

Un bel panino

L’età dell’asilo, si sa, è il primo gradino che un bambino si trova a “scalare”. C’è chi lo supera senza difficoltà e chi, invece, richiede più rassicurazioni e attenzione.
Quando è toccato a me, mi son sentita quasi un’intrusa in un mondo che altri conoscevano già e di cui ero stata tenuta all’oscuro. Ogni cosa, quindi, mi appariva non secondo la reale natura, ma contraffatta dalla mia interpretazione poco oggettiva e molto soggettiva. In fondo, ero una bambina e, come tale, pronta ad apprendere, ma non sempre le spiegazioni Continua a leggere

Questione di territorio

“Ma sei proprio sicura di volere invitare anche lui?”, mi chiese allarmata Agnese.
“Certo!”, risposi. “Verrebbe a saperlo e ci rimarrebbe male!”
“Secondo me sbagli!”, continuò. “È esagitato. Non riuscirai a tenerlo a bada!”
“Vedremo!”, cercai di chiudere il discorso.
Aveva ragione, Franco era un bambino irrequieto. Da più fonti mi erano arrivate notizie sconfortanti riguardo le sue incursioni nelle quali si dilettava una volta entrato in casa. E chi l’aveva ospitato si era ritrovato con i nervi a fior di pelle, visto lo spirito di avventura che lo portava Continua a leggere

Il pulcino

Com’era bello il suo pulcino. L’aveva sistemato sulle gambe e lo carezzava delicatamente. Era verde. Tutti i pulcini che vendeva quell’uomo al mercato erano colorati. Ne aveva di colore rosso, giallo e verde. Lei ne aveva scelto uno verde perché quello era il suo colore preferito. Sua madre si era opposta perché così colorato sarebbe vissuto poco e temeva ne avrebbe sofferto. Ma questo aveva contribuito a rafforzare la volontà. “Se già è condannato a vivere poco, almeno facciamolo vivere felice!”, aveva detto convinta.
Teneva le gambe unite per non farlo cadere e lui sembrava essere contento di stare lì.
Era proprio felice di averlo. La seguiva ovunque Continua a leggere

Come i merli in gabbia

“E se per lui questa casa famiglia fosse diventata l’unico luogo dove sentirsi al sicuro?”, si illuminò l’assistente sociale.
“Mah, a mio parere sta tirando fuori tutta la sua rabbia”, rispose lo psicologo. “Viene da un ambiente violento, e magari ne ha anche copiato gli atteggiamenti”.
“Ma se lo assecondiamo non mostra alcuna violenza. Chiede solo di non andare in nessun posto. E anche quando si mostra incontrollabile, non si è mai scagliato contro nessuno. La sua unica reazione è urlare e scalciare…”
“Ecco, appunto, scalcia mostrando di non capire neppure quello che gli si dice. Quanti anni ha?”
“Nove”.
“Allora non ci sono dubbi Continua a leggere