Mamma Angelica

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Immagine presa dal web

Anche tu te ne sei andata. Sapevo da tempo che l’avresti fatto, ma non si è mai pronti per una cosa così definitiva. Negli ultimi mesi ho pensato molto a questo momento, a volte con timore e disperazione, altre volte con sollievo, visto il modo in cui stavi sopravvivendo.

Per anni mi sono sentita come un’apolide. Due famiglie, due mamme, due città. Mi son tenuta sempre sui confini, per non dover fare una scelta, per non ferire gli animi e per non sentirmi più legata di quel che ero. In fondo avere due passaporti di affetti dona libertà, permette di vedere le cose da una certa distanza, senza lasciarsi fagocitare e poter indossare il costume richiesto dall’occasione. Così, di volta in volta, diventavo tua figlia o la sua, la figlia che si divide a metà per evitare il dissidio, che in apparenza sta bene, tanto da caricarsi di verità che non sono sue, ma che lascia fare perché l’unica verità resta nel cuore spezzato a metà.

Non è stato semplice vivere con te, vista la richiesta continua di attenzioni e considerazione. Più di una volta avrei voluto fuggire lontano, oppressa dalle tue debolezze e pretese, ma puntualmente mi ricongiungevo a te, perché non farlo sarebbe stato per me morire dentro. Mi sono chiesta più volte quale fosse il legame che ci univa. Forse l’aver condiviso tanto delle nostre vite, forse l’affetto, l’abitudine, la generosità… ho cercato tanto la risposta, ma ogni volta ne traevo una diversa che si adattava al momento, allo stato d’animo, alle circostanze in cui ci trovavamo. Mai una sola risposta, mai una definitiva, certa, esaustiva… finché non ti ho vista, senza vita, la pelle con la stessa leggerezza della carta, l’espressione stanca di chi aveva deciso da tempo di andar via.

Avrei voluto scuoterti e dirti di non fare certi scherzi, come quando da bambina ti spronavo a riaprire gli occhi. Ti piaceva quel gioco, forse per sentirti amata, rimpianta. Ma a me non piaceva e non ne comprendevo il motivo. Il mio amore te lo dimostravo di continuo, non avevi necessità di mettermi alla prova.

Ora però non era più un gioco, ora era tutto vero, e mi sono ritrovata improvvisamente da sola, senza te, senza la donna che mi ha cresciuta, mi ha consolata, mi ha sgridata, mi ha voluta… mia mamma.

Mamma cara, ti lascio la canzone che più di tutte mi rappresenta. Questa sono io, mamma, e nel bene e nel male lo sono anche grazie a te.

Ti voglio bene

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