Reception

Fra qualche giorno è Natale. Vi lascio i miei auguri e il racconto Reception, tratto dal mio libro Scrivo per te. Un libro che invita ad ascoltare il proprio cuore, le proprie emozioni, e a credere in se stessi e nel proprio valore. In fondo, non abbiamo bisogno di conferme, sappiamo dal primo momento se i nostri sentimenti sono corrisposti. Bisogna solo avere il coraggio e la volontà di lasciarsi andare, di crederci… di provarci.

Ancora una volta ringrazio Cecilia Gattullo per avermi dato la possibilità di usare i suoi disegni per il mio libro. Di seguito, Consapevolezza, come invito a tuffarsi nella propria vita, per viverla davvero.

Consapevolezza
Consapevolezza – Cecilia Gattullo

Reception

Mi sono innamorata di te appena ho sentito la tua voce. Ero alla reception dell’albergo, dove eri solito soggiornare, quando hai chiamato chiedendo un taxi. Era sera e il mio turno era finito, giusto il tempo di risponderti e sarei andata via, ma qualcosa mi ha bloccata e sono rimasta, dovevo dare un volto a quella voce.

Ho salutato il portiere di notte e mi sono nascosta, per spiarti non vista. Tu sei sceso, hai posato la chiave sul bancone e sei uscito di corsa. Avrei voluto seguirti, venire con te. Se la tua voce mi aveva aperto il cuore, vederti mi faceva perdere i sensi.

Quella notte non ho chiuso occhio, avrei voluto tornare all’albergo per accoglierti al ritorno, ma come giustificarlo? Più di una volta mi sono alzata e vestita per correre da te, ma ogni volta sono arrivata solo sul pianerottolo, ho ascoltato il silenzio e sono tornata indietro.

Avevo paura di perderti, senza avere più occasione di vederti. Certo, avevo i tuoi dati, ma l’idea di venirti a cercare mi spaventava. Non avrei sopportato la delusione di un viaggio di ritorno con il vuoto tra le mani. Dovevo solo avere pazienza e sopportare quella notte senza fine. La mattina seguente mi avresti trovata, alla reception, e non ti avrei lasciato andare via senza darti qualcosa di me.

Sei arrivato, con la valigia in mano, era giorno di partenza per te e di infinita tristezza per me. Non c’era nessuno nella hall e i clienti ormai erano usciti già tutti. Eravamo soli, ed io ero stordita dal desiderio di fermarti in qualche modo. Ti ho chiesto del viaggio che stavi per fare, ma mi hai risposto brevemente e quasi non hai fatto caso a me. Allora ti ho sottoposto un vecchio questionario da compilare, riguardo l’albergo, se fosse stato di tuo gradimento. La cosa ti ha stupito al punto da guardarmi, come se volessi chiedermi se fosse proprio vero. “Puntiamo a migliorare il servizio” ti ho spiegato, guardandoti a mia volta.

Ti ho sorriso, con tutta la malizia che sono riuscita a mettere insieme, e credo che sia stato quello l’istante in cui mi hai vista davvero, perché mi son sentita accarezzare dai tuoi occhi. Sicuramente hai compreso che il questionario non era altro che una scusa, un filo sottile con cui avrei voluto legarti a me per qualche attimo ancora.

Ho avvertito una fitta nello stomaco e la smania di trovarmi tra le tue braccia, ma non sono riuscita neppure a guardarti e ho abbassato la testa, facendo finta di mettere a posto delle carte. Avrei voluto dirti di me, di te, di noi, ma sono riuscita a chiederti solo quale fosse il tipo di pagamento desiderato.

“Bancomat” mi hai risposto, porgendomi la carta.

“Per favore, faccia il giro e venga in ufficio, perché il POS qui al banco non funziona” ti ho invitato con il cuore in gola.

Era un’occasione inaspettata che non dovevo lasciarmi sfuggire, ma cosa avrei potuto dirti? Cosa avrei potuto fare oltre che rubare pochi istanti di cui non ti saresti neppure accorto?

Mi hai seguito diligente ed hai digitato il numero. Eravamo così vicini da non distinguere più l’odore dei nostri corpi. Sapevo che ti eri accorto dei gemiti che avevano preso il posto del mio respiro, lo sentivo dal tuo indugiare sulla tastiera. Avremmo voluto prenderci in quel momento, era evidente a entrambi, ma nessuno dei due ha osato.

Sei rimasto immobile, in silenzio, dietro di me, mentre aspettavamo le ricevute. Il tuo corpo era così vicino al mio che potevo sentirne il calore e il pulsare del sangue nelle vene. Mi sono voltata per consegnarti il bancomat e la tua ricevuta, ma non le hai prese subito, prima mi hai guardata negli occhi ed hai appoggiato la tua guancia alla mia. “Mi sono trovato bene in questo albergo” hai detto, fermandoti con le labbra sulla mia pelle.

“Tornerai?” ti ho chiesto con il desiderio di lasciarmi andare, trascinandoti con me.

Ormai non esistevano più confini, entrambi eravamo certi di quel che volevamo.

“Sì, tornerò, molto presto” hai risposto con un sussurro e mi hai baciata, tenendomi stretta fra le braccia.

“Tornerò!” hai ripetuto, prima di partire portando con te il mio respiro.

118 pensieri su “Reception

  1. il classico coup de foudre dal quale non si sfugge, quando capita si agisce come in preda a un’ebbrezza, ma fortunatamente da quel “capogiro” non ci si sveglia col mal di testa e soprattutto si ricorda tutto, in ogni dettaglio…Ciao Dora, buone feste anche a te e grazie per il tuo impegno per tutto ciò che scrivi e condividi che denota un animo nobile e generoso. Un abbraccio

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  2. Mi sono spesso innamorato per uno sguardo o per una frase o per un profumo. Ma non sono mai stato un conquistatore di cuori femminili, e le mie infatuazioni non sono mai state ricompensate.
    Ho trovato labbra da baciare solo dopo aver fatto molti passi, la mia tenacia ha dato frutto sempre nel lungo periodo.
    Ciao Dora.

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  3. Non riesco a ricostruire oggi quello che avevo scritto ieri, perché è difficile riscrivere qualcosa che era nata spontanea in un certo momento, avrebbe odore di “costruzione”, appunto, e sembrerebbe non sincera anche se in realtà non è così. Allora parto da quello che sento adesso.
    E’ un racconto molto bello, anche se a mio parere lontano dalla realtà, ma forse sono io che sono troppo diffidente e disillusa, e non credo più all’esistenza di storie come questa. Anche se condivido il fatto che l’Amore si riconosce sempre.
    E’ sempre un grande piacere leggerti, Dora, non restare troppo lontana. Se tu non puoi vivere senza scrivere, noi non possiamo restare senza leggere e senza le emozioni che ci trasmetti col tuo scrivere. Prenditi il tuo tempo. ma non lasciarci troppo a lungo soli. Torna presto.
    Buon Natale, Dora, che questi giorni siano lieti, armoniosi, tempo di gioiosa riflessione anche, di riposo e recupero di energie positive! Che il Nuovo Anno ti porti tutto ciò di cui hai bisogno, la realizzazione dei tuoi sogni e desideri. Ti abbraccio forte, amica cara, con tutto il mio cuore. ❤ ❤ ❤

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  4. La tua capacità di tessere, come un’appassionata ricamatrice, trame così coinvolgenti, non può che portarti grandi soddisfazioni.
    Qualunque sia l’argomento trattato, tu, ci metti tutta la tua passione.
    E questa, è linfa vitale dei tuoi scritti.
    Il mio augurio è che continui a scorrere, con entusiasmo, nelle tue vene.
    Ti abbraccio forte.
    ❤️

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  5. Ho preferito leggere questo post due volte.
    Nella prima ho catturato l’ambiente e i personaggi, nella seconda le emozioni hanno avuto il sopravvento e lì ti ho ritrovata. La tenacia di chi non molla e quel personale raccontarsi nella semplicità di chi non chiede nulla se non di essere ascoltata regalano ancora una volta la poesia racchiusa nelle parole che non hanno bisogno di grida ma di sussurri per orecchie che sanno percepire la bellezza di certi suoni.
    Nessuno potrà mai chiuderti in un cerchio, i tuoi passi lasciano orme troppo difficili da cancellare ed ogni passo è un cammino in avanti, verso un futuro che ti riconosce libera da un passato difficile, da catene ignobili giustamente spezzate.
    Ti stringo in un grande abbraccio Dora e tanti, tanti Auguri ♥

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    • Affy, sei tanto cara con le tue parole. Ed io ti ringrazio per l’apprezzamento e il supporto che mi dai. Il cerchio purtroppo esiste e non è in me, non riguarda ciò che è pura consapevolezza. Nessuno potrà mai farmi tornare indietro in quello che è stato ed è il mio cammino personale, ma non nutro molte speranze riguardo l’ìinteresse da parte di chi potrebbe farmi uscire dal cerchio. Ogni tanto riesco a far arrivare la mia voce fuori, ma è una piccola cosa rispetto a ciò che potrei e dovrei fare. Mi manca l’amplificazione necessaria e che secondo messaggi sottintesi non mi spettano.
      Non è una questione di coraggio, di impegno, di perseveranza, di speranza, ma di possibilità che non mi viene data…
      Ti abbraccio forte e ti auguro giorni di festa sereni 🙂

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