Ospedaletto d’Alpinolo – prossima presentazione

Sono felice di annunciarvi che il 12 giugno ritornerò con il mio libro nella mia terra. Alle 17 presenterò Le mie pagliuzze presso il Chiostro del Comune di Ospedaletto d’Alpinolo, in provincia di Avellino, con la Casa rifugio “Antonella Russo”

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Interverranno

  • l’Avvocato Paola Forcione
  • la psicoterapeuta dott.ssa Tiziana Barone
  • la consigliera comunale Nadine Sirignano
  • moderatrice dott.ssa Maria Rosaria Famoso, Presidente Demetra Società Cooperativa Sociale

Leggeranno alcune pagine del mio libro la brava Elena Spiniello e i ragazzi dell’Associazione Culturale Assud.

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Colgo l’occasione per proporvi dei post che ho pubblicato su facebook riguardo l’abuso. Sono cose che ribadisco, fiera della persona che sono.

21 aprile

L’abuso su minori è un tatuaggio per l’anima e il ricordo di ciò che è successo non smetterà mai di avere vita, rendendo insopportabile la vita stessa. Per questo alcuni preferiscono rimuovere, amputando una parte di sé.
Io non ho dimenticato, non ho voluto, perché sono più importante di quel ricordo. Per questo ho scritto il mio libro #Lemiepagliuzze, per dichiarare al mondo che ho vinto su chi ha approfittato del suo ruolo di adulto per manipolare la mia mente di bambina, alimentando il mio senso di colpa.
Quel senso di colpa io però l’ho sconfitto, forte di quella che sono, ed ora sono qui a raccontarvi come ho fatto.

22 aprile

Penso spesso al mio ruolo di vittima di abuso, alla fatica che faccio per essere ascoltata, presa in considerazione. Ripenso alle volte in cui sono stata gentilmente, o meno, invitata a farmi da parte, perché ritenuta solo una comparsa. Il fatto è che il mio non è un ruolo, io sono vera, nessuno più di me può parlare in nome mio. Eppure essere vittima non basta, bisogna accentuare le cose, dare un colore acceso che stuzzichi curiosità, un tono vivace che tenga alta l’attenzione, e mai dimenticare le cose più importanti: la rabbia, la vendetta, la rivalsa nei confronti di qualcuno. E se tutto ciò non fa parte di te, allora fingi, inventa, tanto non è la verità ad essere importante, ma ciò che riesci a conquistare, fosse anche solo un trono di passaggio, preso in prestito, l’importante è dimostrare agli altri che…
Ma io non devo dimostrare niente a nessuno, non è questo il mio obiettivo. Non riesco ad essere diversa da quella che sono. La mia vita tutta è fondata sulla verità…
Allora non se ne fa niente. Continua a scrivere raccontini, perché alle cose importanti ci pensiamo noi. Noi sappiamo cosa è meglio fare, mica come te che non ne sai nulla, che pensi sempre alle stesse cose. Bisogna essere dinamici, darsi da fare, seguire il mercato, le richieste… Sai, non tutti hanno tempo da perdere come te. Magari, se proprio non puoi fare altrimenti, perché non ti trovi qualcosa da fare, un hobby, qualcosa in cui realizzarti che ti distragga. Per le cose serie, lascia fare a chi ne sa…

23 aprile

Io Dora Buonfino, dichiaro di essere stata abusata all’età di 5 anni da un adulto che ha approfittato del mio affetto, della mia innocenza per soddisfare i suoi bisogni. Mai di mia iniziativa avrei chiesto le sue attenzioni sessuali. Sono ferita per le tante esternazioni riguardo a presunta libidine del bambino che seduce l’adulto. Sono indignata per l’uso e l’abuso che si fa del minore.
Non ho dimenticato ciò che è accaduto e mai lo farò. Ho vissuto anni con il senso di colpa per quanto era accaduto, ritenendomi colpevole. Sono vissuta nel tormento per lo schifo del ricordo che avevo ed ho nella testa. La presenza di colui che si è cibato di me è sempre viva nella memoria, le espressioni del suo viso, la sua soddisfazione per la vita che mi stava rubando. Mi ha tolto tutto: la felicità, la serenità, la sicurezza di ciò che ero, il diritto a riconoscere l’amore, il viverlo secondo le tappe dettate dalla mia volontà.
Come vittima di abuso pretendo ascolto e parola, sono stanca di essere usata e dovermene stare in disparte, solo perché si preferisce non vedere.
L’abuso esiste, sarà meglio farsene una ragione, è qualcosa che avviene soprattutto in famiglia, lì dove i bambini dovrebbero essere amati e protetti.
È il momento di aprire gli occhi e di aiutare i bambini. Ho scritto il mio libro #Lemiepagliuzze non per far lustro della mia scrittura, non per vantarmi con gli amici a cena, ma per spiegare cosa ho provato, cosa prova un bambino.
Mi è stato detto che sono forte, che sono coraggiosa. Questo libro l’ho sofferto, ma sono andata avanti lo stesso, per voi tutti, non per me. Ed è per voi che l’ho scritto in maniera delicata, senza scene esplicite e senza rabbia. Perché è un libro che deve far comprendere l’animo del bambino e non deve essere una valvola di sfogo per l’adulto.


 

46 pensieri su “Ospedaletto d’Alpinolo – prossima presentazione

  1. Sono contenta x la tua nuova tappa di oggi. Condividerlo nel tuo paese… non ti provoca un forte scombussolamento? Una contrapposizione di emozioni e uno scompenso emotivo?.. ecco magari non troppo forte x come posso aver scritto io… ma sai io non so esprimere le mie emozioni….. ma sono un po in palla x te -.- ti auguro una buona giornata

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