Ho perso

Ho creduto che tu non mi volessi più e sono andata via. Ho preferito abbassare lo sguardo e uscire in fretta. “Se lui verrà”, mi son detta, forzando il mio passo, “non mi troverà e capirà cosa provo.” Ma mi illudevo, perché tu non hai capito. Come avrebbe potuto una fuga rivelarti il mio amore, la solitudine che avevo provato senza di te, il tormento per una delusione non meritata? Forse avrei dovuto chiamarti, pretendere di vederti, ma ho preferito non rischiare risposte che mi spaventavano, finendo per dipingere una realtà scelta da me. O almeno ho creduto di scegliere, di giocare quella partita con la sicurezza di vincere. Ma ho pensato solo al presente e a dettagli che mi allontanavano da te, finendo per preferire un mondo fatto di fredde certezze, vuote come il silenzio, dove la vittoria lascia il posto all’amarezza. Perché io ho perso tutto e lo comprendo solo ora che mi guardo allo specchio e vedo le mie labbra sottili, chiuse su se stesse, dimentiche del tuo amore. Labbra che non hanno avuto il tempo di trattenere i tuoi baci, labbra che ho trascurato e relegato nel mio volto spento.

Come vorrei tagliarle via queste labbra e convincermi che non siano mai esistite, per dimenticare la colpa di un saluto mancato, che avrebbe potuto tenerti con me. Vorrei sedare il bruciore che sento nelle ferite dovute a quest’aridità che mi succhia la vita e lascia questi lembi di carne fragili e secchi, lontani dal fermento e dalla bramosia che provo.

Avrei potuto dirti che si schiudeva la mia bocca, al solo vederti, nell’attesa di accogliere il tuo respiro. Avrei potuto confessarti che tremava al sentire la tua presenza, perché non era solo con parole che voleva agire. Calde, morbide labbra che accarezzavo con le dita, lasciando che i tuoi occhi scorgessero il desiderio della tua bocca sulla mia… Sì, avrei potuto, ma non l’ho fatto. Non ti ho rivelato la natura dei sorrisi che mi illuminavano il viso. Erano per te i sospiri che mi lasciavo sfuggire, ed era sempre per te, unico amore, che io mi sentivo morire. Non ti ho detto nulla ed ora della mia bocca non rimane altro che un’impronta, uno di quei sentieri consumati dal tempo, che sfumano nel terreno facendo perdere ogni traccia di sé. Un sentiero che mi sta portando alla resa, contro ogni mia accettazione. Un sentiero che vorrei abbandonare per tornare indietro, per tornare da te, perché non credo in questa sconfitta, perché non voglio dimenticare. Ma ho perso, è questa la verità. I giochi  ormai son fatti e la vita non riporta mai indietro.

172 pensieri su “Ho perso

  1. … io amo affrontare le cose, ma a volte sarebbe meglio fuggire … ma questo si sa solo dopo… Cara Dora ho un periodo in cui sono stanca del blog e web.. ma non ti preoccupare non ti dimentico … Bussi Sorellina ❤

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  2. Si può scappare per una incomprensione, per gelosia, per cercare un po’ di libertà in un certo momento della propria vita.
    Ma poi si può tornare indietro, secondo me. Non credo sarebbe una sconfitta.
    E se la si giudica come una “sconfitta”, allora non è un amore con fodamenta salde.

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  3. a volte le fughe non sono la soluzione al problema ma lo fanno incancrenire. Però a volte si ha anche paura della verità o della realtà, facendoci chiudere in una torre d’avorio.
    Quello che hai scritto è sinceramente umano e accorgersi a posteriori dell’errore serve a poco.

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  4. Le tue descrizioni di stati d’animo interiori mi lasciano sempre di più ammirata ed estasiata. Ripeto continuamente a me stessa e ai miei figli di non guardarsi troppo indietro e recriminare scelte fatte, ma è una lezione che non ho ancora imparato, di fatto tra le più difficili…. A

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    • Non saremmo umani se non fossimo preda dei sentimenti e delle emozioni e se non guardassimo indietro. Certo bisogna sempre cercare di fare scelte consapevoli e non basarsi su impulsi dettati dallo stato d’animo del momento, ma le reazioni purtroppo non sono programmabili e nessuno mai sarà totalmente padrone di se stesso…
      Mi lascio stritolare con molto piacere 🙂

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  5. Il non detto lascia sempre un retrogusto amaro. Purtroppo a volte ce ne accorgiamo tardi quando forse recuperare non dico sia impossibile, ma quanto meno si rivelerebbe complicato.
    Un bellissimo scritto Dora.
    Primula
    p.s. e buona serata 🙂

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  6. “Un sentiero che mi sta portando alla resa, contro ogni mia accettazione. Un sentiero che vorrei abbandonare per tornare indietro, per tornare da te, perché non credo in questa sconfitta, perché non voglio dimenticare.”

    Se non credi in questa sconfitta, perché non provare a mettere in chiaro le cose con quell’amore? 😦

    Hai gia rifiutato una volta, e sono rimasti tutti questi tormenti, non farlo nemmeno ora (che sarebbe uguale a ripetere lo stesso sbaglio) come ci si sentira più in la? Perché no? Almeno avrai delle risposte.

    Confesso che parlo da “fuori”… nel senso che io sono il tipo che se ama e crede in qualcosa o qualcuno, faccio tutto che è umanamente possibile. Ero cosi a 20 anni, sono cosi a 40 anni (e poco più).

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  7. Magari ha trovato un’altra strada perche pensava che quella che voleva era chiusa…

    Non si ha la certezza che sarà “felicita” dopo, ma di certo lui Saprà, e di certo, si avranno delle risposte in conoscenza di causa, e di sicuro un’anima (se non due) si trovera un po di pace.

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  8. quando non si e’ ancora sicuri, convinti o pronti si fugge e non c’e’ vergogna in questo, e’ solo un rimandare ad altro momento il passo da fare e se dopo non c’e’ piu’ l’occasione e’ perche’ non doveva essere. Mai avere rimpianti per cio’ che non si e’ fatto o scelto perche’ era cosi’ che doveva andare, perche’ non era il momento e noi, inconsciamente, dentro, lo sappiamo.
    Mirabile scritto, come sempre ❤

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  9. Ciao Dora! Bellissimo questo post, hai reso perfettamente ogni dettaglio ed ogni sensazione che si prova nell’abbandonare qualcuno nonostante i propri sentimenti. Io non riesco mai a fuggire, preferisco un faccia a faccia duro e crudo, anche se a volte poi fa stare solo peggio…
    Un abbraccio

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    • A volte non c’è occasione per un faccia a faccia ed allora entrano in campo pensieri soggettivi che sovente portano fuori rotta… Anche io preferisco la comunicazione, che ritengo più risolutiva, ma spesso è la persona che abbiamo di fronte a non volerla…

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      • Sì è molto triste non poter avere una motivazione… Col tempo mi son fatta l’idea che ci sia anche una sorta di pigrizia dietro l’immobilità. Forse il valore che si dà ai sentimenti non è abbastanza alto da valere una partecipazione, fisica o mentale che sia, e questo a prescindere dall’affetto provato

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  10. L’invincibile gusto per la resa, narrato e descritto con dovizia di particolari psicologici di pentimenti mai arresi…
    Diciamo che, di tutto, hai isolato proprio il momento dell’allontanamento, accentuandone l’irrevocabilità, pur nei mille rimpianti.
    Che dirti? Come sempre emozioni, anche se, in questo caso, mi sembra che tu indugi un tantino di più del dovuto proprio sul senso di rimpianto. Cosa non troppo realistica per chi, il personaggio in questione, si avvia anche verso una nuova vita, al di là di ogni ripensamento…
    Un abbraccio di brezza soave….

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    • Come sempre sei attento e hai colto il particolare a me caro: il rimpianto. Credo che esso sia il motivo più forte per un ritorno. Forse lei medita, forse non si arrende, forse vive solo di rimpianto nella consapevolezza che tutto sia ormai vano…

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      • Ciò che era da essere è stato, ciò che non aveva da essere non è stato. Ecco tutto.
        Il rimpianto non ha altra ragione d’essere, se non quella del senno di poi. Ma, del senno di poi, è lastricata
        la via che conduce all’inferno…

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      • Ma è anche vero che ci sono cose recuperabili per cui viene data una seconda possibilità, e a volte solo il rimpianto ti mette in condizione di vederla. Non credo nell’assenza di rimpianti, tutto sta a cosa mirano…

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      • Non sono delle cose recuperabili, quelle che danno adito ai rimpianti. Sono delle cose che hanno una vita propria: le si incontra e le si perde. Magari si finisce per ritrovarle, ma non saranno mai le stesse. Più che altro, i rimpianti, sono perchè non si riesce a vivere a 360°,ovvero abbracciando tutto il mondo in tutte le sue manifestazioni. Per forza di cose siamo limitati ad abbracciarle e poi perderle, per poi poterne abbracciare di nuove…

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      • Non ne voglio fare una legge generale, ma per quel che mi riguarda rimpiango solo la vita che non ho potuto vivere per scelte o condizionamenti altrui. Non rimpiango invece tutto ciò che ho deciso, perché ogni scelta, una volta fatta deve essere accettata o non si vive più. Per troppo tempo per altri sono stata un giocattolo. Rimpiango l’infanzia e la giovinezza che non ho potuto vivere, rimpiango gli amici persi e che continuamente cerco, e a volte trovo. Certo, non faccio dell’alleggerimento del rimpianto il mio obiettivo, la vita procede, ma per quanto è nelle mie possibilità voglio recuperare ciò che ho perso in maniera illegittima. Sì illegittima, come la gestione che è stata fatta della mia vita. Ed io rimpiango non averlo capito prima. Ma non fa niente, dopo tutto la vita che ho ora è quella che ho voluto e ne sono felice, ma preferisco un rimpianto che mi fa soffrire ad un rimorso che non fa dormire…
        E se non fosse stato per il rimpianto non avrei cercato e ritrovato due cari amici (Didì e Giancarlo) che mi hanno sempre voluto bene come io ne ho voluto sempre a loro… In tutti questi anni nulla è cambiato, siamo gli stessi di un tempo, ed io mi sento più ricca

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      • Incanti sempre, mia cara amica, con la tua dolcezza di donna che rivendica la propria vita. Sì, in questo ambito non posso che darti ragione. Anche se, sappilo, non si ritrova qualcosa di noi, semplicemente si continua un discorso.Ed evidentemente,con i tuoi amici, il discorso era sempre aperto. E questo non capita spesso…
        Un abbraccio di cuore con l’augurio per una notte serena…

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      • Io ho ritrovato una parte di me messa da parte, dimenticata. Sì, trovando loro ho ritrovato me stessa. E il rimpianto che sentivo in fin dei conti non era solo per loro, ma anche per me stessa, per quella che ero e che mi mancava…
        Notte Silviatico 🙂

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  11. Io credo che tu nin hai da inviare nulla a certe scrittrici, perchè trasporti. Brava Dora! Ora scroccando il wifi di qualcuno per tenermi aggiornato con i post, visto che sono a casa di mia madre. Un abbraccio

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  12. Just read this. New posts from many of those I am following is not coming up on my reader or I would have responded sooner.

    I translate this to english, it is not the same as the native language. But what is transparent and illuminates within this translation is the heart and the tenderness of which it is written. Sometimes the heart knows much more than the head. Vulnerability speaks to it all the time, but when vulnerability is chastened or crushed, it begins a healthy move elsewhere to survive. Hugs my friend 🙂

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  13. Ho perso!!why r u wandering alone on d track.deae almeno tu!!those vidio by sending u very sweet.may be,abba is singers name.d winter takes all n mamma mia r too impressiv n sweet melodius.thanks for sending video of group singers.

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  14. Cara Dora,
    questo racconto è molto toccante, si legge tutto d’un fiato e credo che in molti si rispecchino nelle tue parole.
    A volte capita di fuggire, è vero.
    Però penso che sia, in alcuni casi, un modo per capire se dall’altra parte c’è interesse.
    Voglio dire, non sei tu quella che ha perso, le avrai tentate tutte prima di fare questo passo. Se l’altro non si è fatto avanti vuol dire che non ti amava davvero altrimenti avrebbe superato la distanza, anche solo per capire il perché di quella che tu chiami fuga.

    Dopo un capitolo terminato c’è sempre una nuova storia che possiamo cominciare a scrivere per continuare a raccontare la nostra vita 🙂
    Buona giornata!

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    • Hai ragione Antonia, potrebbe essere una prova, spinta dalla disperazione, ma dall’altra parte può esserci anche incomprensione, non solo mancanza di amore. A volte ci si limita a ciò che si vede senza indagare a fondo… Per questo ritengo che l’unico modo per capire non è l’invio di segnali, ma il dialogo, sempre, anche se si temono risposte indesiderate

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      • Si vero. Io intendevo dire che magari prima il dialogo c’è stato, a volte i segnali li mandiamo da entrambe le parti. Nel momento in cui la situazione degenera, uno dei due molla la presa… Se l’altro non gli corre dietro probabilmente c’è incomprensione ma sempre perché c’è poco amore.
        Un esempio: se mio marito, mettiamo il caso, domani mi lascia come minimo lo seguo per capire che cavolo è successo 🙂

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      • … altre magari non lo seguirebbero perché ferme nel loro malcontento. A volte interviene anche una sorta di accettazione, un lasciarsi guidare o comandare. Mai sentito dire: “Dove lo metti là lo ritrovi”? Queste persone tra tutte sono le più incomprensibili, perché non lasciano mai intendere quale sia il loro volere… Comunque anche io lo seguirei 😉 o mi aspetterei di essere seguita…

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  15. Il silenzio, la fuga, quanto male fanno!? Quante cose lasciano in sospeso, tra rimpianti, speranze, attese disattese. La fuga mi sembra sempre una scelta troppo semplice e tremendamente ingiusta; è un condannarsi entrambi all’infelicità.

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