La forza di farlo

hqdefaultTutto è finito nel momento in cui ti ho detto che ti amavo, quando ti ho chiesto cosa volessi farne di noi, ricordi? È la stessa domanda che avevi fatto a me quando ci siamo amati la prima volta. Mi hai presa tra le braccia, sussurrandomi che ero la donna che stavi aspettando e che mi avevi voluta fin dalla prima volta in cui mi avevi sentita cantare. “La tua voce è penetrata in me come fuochi d’artificio che ti rimbombano dentro, stimolando le corde più irraggiungibili dei sensi, tutti. Ti ho desiderata subito! Averti, fa di me un uomo completo!” mi avevi giurato, ed io ti ho creduto, e quella che pensavo sarebbe stata solo una notte di passione è divenuta l’inizio del nostro amore. Ho voluto amarti e dimostrarti che per me eri importante, che con te ero tornata a sognare.
Prima di te, nessuno aveva saputo convincere la ritrosia dei miei sentimenti a farsi da parte, nessuno aveva occupato un ruolo così predominante e sincero. Tra di noi è stata subito intesa, ci siamo presi senza far caso a quello che non eravamo, sicuri della necessità della nostra sola presenza. Hai subito scritto canzoni per me e mi hai accompagnata al piano mentre le mie mani, appoggiate su di esso, ne accoglievano i fremiti che facevano vibrare il mio cuore. Era divenuto il nostro modo di fare l’amore congiunti in un pubblico amplesso che ci lasciava storditi. Eravamo complici in quel gioco senza pudore. E segreto era il calore dei nostri sguardi e la sinuosità delle tue mani sulla tastiera. Mi piaceva interpretare le tue canzoni e le parole uscivano dalla mia bocca come baci rivolti alla tua.
Ma è arrivato quel maledetto giorno, quello in cui ti ho chiesto qualcosa che non hai voluto darmi. Non mi bastavano più i nostri incontri segreti, l’amore mortificato dal silenzio. “Diciamolo a tutti che ci amiamo. Non importa se perderemo qualche ammiratore, io ne faccio volentieri a meno pur di viverti alla luce del sole. E tu sei così bravo da non dover temere di scontentare nessuno”. Tu mi hai guardata, hai sfiorato le mie labbra con le tue e mi hai presa con la passione di un uomo innamorato, mi hai fatta sentire donna come mai prima di allora, mostrandomi un attaccamento più forte di quanto avessi mai potuto desiderare. Il tutto senza dire nulla, lasciandomi intendere chissà quale felicità a venire, fino al mattino, quando hai deciso che da te avrei avuto solo quello e nulla di più.
Mi sono stretta tra le braccia e, seduta in un angolo della tua camera, ho cominciato a piangere sangue, quello che usciva dalla ferita che non ti eri curato di aver aperto. Col tuo agire mi avevi chiaramente detto che non mi amavi, dopo una notte che solo l’amore avrebbe potuto creare. Mi avevi chiusa in una stanza e portato con te la chiave, sicuro che, al tuo ritorno, sarei stata ad aspettarti, ormai legata a te dal desiderio di averti ancora.
Dovevo fare qualcosa, non volevo quella prigione, ma era difficile desiderare di uscirne. Ho invitato la mia ragione, succube dei sensi, a ribellarsi, a inventare una via d’uscita, un dolore che ponesse fine a tutto quanto, che favorisse il distacco, liberandomi contro la mia stessa volontà. Per questo ho telefonato al giornalista che veniva ad ascoltarci ogni sera, quello con cui spesso ti eri fermato a chiacchierare nelle pause dello spettacolo, e gli ho detto di venire nel tuo appartamento, perché avevo una notizia esclusiva per lui.
Sapevo che la rabbia non ti avrebbe consentito di desiderarmi ancora e che saresti stato tu a lasciarmi andare. Perché, amore mio, io non ne avrei mai avuto la forza.

105 pensieri su “La forza di farlo

  1. Anche se doloroso… mi auguro che sia tutto vero. Questa è “Vita” con la V maiuscola, non sonnolenta sopravvivenza. Mi auguro anche che tu canti veramente così bene…
    Un carissimo saluto

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  2. hai ragione.. sono emozioni che tutti possiamo provare…. ma non tutti riusciamo a scrivere in questo modo dettagiato…
    sere fa ascoltavo di una scrittrice… e diceva.. nei libri mettiamo del reale.. lo rigiriamo e adattiamo al contesto… ma spesso i personaggi esistono ^_^
    ma trasportare le proprie sensazioni su carta… non è facile…. in alcuni punti mi sentivo di aver vissuto le cose… ma non sarei mai stata capacie di scriverlo per così come l’ho vissuto e come tu sei stata brava a mettere giù ^_^
    ti ho taggata …… ben venuta e postami la tua risposta appena avrai il tempo di farlo… un bacio cara ^_^
    https://lellaj1005.wordpress.com/2015/09/22/tag-dragons-loyalty-award/

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  3. Che dire? Non finisci mai di stupirmi con la tua bravura, con la tua capacità di empatizzare con i tuoi personaggi. Questo brano, scritto in forma epistolare e con il tono di confessione passionale e drammatica, è davvero splendido…
    Un saluto ed un fiore…

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  4. Fare in modo di essere lasciata perché incapace per il troppo amore di troncare il rapporto.
    Un racconto che coinvolge molto, può capitare a chiunque, nella vita reale, una situazione così dolorosa, come solo l’amore a volte sa esserlo! Bravissima Dora, complimenti!
    Serena notte, Patrizia

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  5. hai la capacità di saper tenere per mano chi legge, con descrizioni profonde, semplici, appassionate e mai noiose…quando passo da te e vedo che c’è qualche nuovo scritto, mi metto comodo e me lo gusto con piacere… brava Dora!

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  6. Sono sensazioni che possono accadere a tutti e proprio per questo fanno riflettere. Ma quando ci si trova in certe emozioni non sempre si capisce se la strada che si è presa è quella giusta!
    Grazie e un sorriso, Lila

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    • La ragione ci insegue, ma noi non sempre l’ascoltiamo 😉 Comunque sì, a volte serve un atto da cui non si può tornare indietro, qualcosa che nostro malgrado ce ne tiri fuoi. Un colpo di testa, possiamo dire, che sfugga al nostro controllo. Perché la sola forza di volontà non basta

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