Rapporto particolare

Ci sono sempre due persone, una mela e un serpente. Questo Giulia lo sapeva bene. Lo viveva quotidianamente sulla sua pelle, tante erano le volte in cui si trovava a mettere in discussione qualcuno a lei caro. Non che fosse incline al dubbio, ma in esso lei si ritrovava, nonostante la buona volontà e le spiegazioni, favorevoli all’altro, che continuamente cercava. L’enigma da affrontare era un problema in cui capitava spesso, con o senza intenzione. E questo poteva dar adito a fraintendimenti e a battaglie contro i mulini a vento, nel senso che i mulini nulla avevano detto o fatto che potesse nuocerle, mentre il vento, esso sì che era responsabile di tale tensione. Il vento degli affetti non chiari, non definiti, quelli che ti lasciano l’incertezza fino alla fine. Il vento scaturito dall’insicurezza, dalle speranze dimostratesi vane e, a volte, dall’orgoglio che poco lascia trasparire della realtà.

Uno degli dubbi che ogni anno puntualmente si ritrovava a dover affrontare era il pensiero che sua zia potesse avere per lei. Ci trascorreva insieme tutto il tempo d’estate. I suoi genitori lavoravano e non rimanevano che le cure di quella paziente zitella, un po’ arcigna, un po’ rude, ma presente e sicura. Giulia non era mai riuscita a definire l’affetto che riceveva da quella donna, perché a volte questo era aperto, limpido e rassicurante, altre invece sembrava quasi assente. Per cui viveva il tutto come un qualcosa da prendere come veniva, per ciò che le spettava, senza pretese, ma accettando la dose con gratitudine e rispetto.

Ma, un giorno, un arrivo inatteso risvegliò il serpente assopito. Una cugina di cui non si sapeva quasi nulla, una nipote che per sua zia non era più di un’estranea e che come tale doveva essere trattata. Quindi, attenzioni a dismisura, tavole imbandite e i regali migliori. Giulia sapeva che tutto quell’agire era solo apparenza e che alla fine, partita l’ospite, lei non avrebbe perso nel cuore di sua zia il posto che le apparteneva, ma qualcosa iniziò a tormentarla: le parole insidiose della sua migliore amica. “Non vedi come ti tratta?”, s’insinuava la voce di lei nelle sue certezze. “Per lei festa e regalo importante, per te un pensierino preconfezionato preso al mercato!”
“Ti sbagli!”, le spiegava Giulia con convinzione. “Il posto più importante nel suo cuore spetta a me! Lei ed io ci conosciamo bene e abbiamo un rapporto particolare. Per questo si preoccupa solo di non fare brutta figura con l’altra, dando l’impressione di non pensare a me. Non ha molti soldi e ha dovuto fare una scelta…”
“E allora, perché non fare ad entrambe un regalo di pari costo?”
“Perché con me non ha bisogno di mostrare affetto…”. La sicurezza del suo pensiero, però, cominciava a vacillare. L’amica le aveva dato la mela da mangiare e lei la serbava nella mano, la guardava, non sapendo cosa fare.

77 pensieri su “Rapporto particolare

  1. Affronti un problema mica da poco, amica mia: le relazioni affettive parentali ed amicali sono sempre molto difficili da leggere. Ma tu lo fai egregiamente e senza eccessiva enfasi… Certo che anch’io mi sono trovato in di queste situazioni ambigue. E credo che subentri una sorta di predilezione naturale che non tiene in conto alcuna motivazione razionale…
    Complimenti ed una carezza di vento soave…….

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  2. Non vedrei un forte ed irragionevole scompenso affettivo nella zia a danno della protagonista che, dal canto suo, ha anche la maturità e la saggezza di ragionarci su e di darsi anche una giustificazione. Non capisco se l’amica interviene come spettatore diretto dell’episodio o se dice la sua sulla confidenza ricevuta dalla ragazza. In ogni caso sono piccoli scossoni affettivi che si assorbono facilmente. Nel tempo la giovane capirà che nessuno è perfetto e che le persone vanno apprezzate o disprezzate non solo sui picchi di singoli episodi e comportamenti (positivi o negativi che siano)

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