Se hai bisogno chiama!

Oreste lo si incontrava spesso in giro, con il suo cappello floscio e la sigaretta in bocca. Conosceva tutti, e tutti lo conoscevano. Non mancava mai al bar per incontrare gli amici, così come non lesinava la passeggiata al mercato. Non si perdeva nemmeno una partita a calcetto né disdegnava la panchina della bocciofila dove, steso al sole, si intratteneva con i giocatori.
Si parlava di lui come di una persona generosa, presente e sempre disponibile. Capace di ascoltare e intervenire senza invadenza, maestro di oratoria ed esperto in psicologia. E non erano rare le volte in cui lo si vedeva, al centro di un crocchio, intento ad imbastire i discorsi più intriganti.
Per chiunque era un buono. A tutti riservava parole di conforto, e nell’accomiatarsi non dimenticava di offrire il suo aiuto: “Se hai bisogno chiama!”, diceva sparendo alla tua vista.
Si potrebbe pensare a un altruista, un uomo votato al prossimo, uno su cui poter contare, sempre. Se non fosse che nessuno sapeva dove abitasse né se avesse il telefono e non si conosceva la scaletta delle sue apparizioni. In effetti, lui raccoglieva storie, le assimilava come l’aria, le viveva e con esse ogni emozione. Aveva la chiave per ogni vita, gli bastava un sorriso, una parola opportuna per essere accolto senza dubbio alcuno. Ma dove egli poi andasse a finire non era sapere di nessuno. E se per caso ci fosse stata una leggera idea di chiamarlo, questa svaniva in un’illusione.
Per cui quella sua frase fu ben presto riconosciuta come un saluto, un vezzo più che altro. Un timbro che lasciava al suo passaggio.

Se hai bisogno chiama! Lo dicono tutti, lo diciamo tutti. Ma poi, in realtà, quanto ci crediamo nel pronunciarla? Certo è istintiva e fa parte di quel bagaglio di cooperazione sociale che ci portiamo dietro fin dalla notte dei tempi, ma proprio perché detta d’impeto spesso rischia di vacillare, perché priva di fondamenta.
Se hai bisogno chiama! Nascosto dietro queste quattro parole c’è un riparo, un ostacolo alla richiesta. L’azione, infatti, viene rimandata e non raccolta immediatamente. Non si usa dire: dimmelo ora cosa ti serve, sono qui, perché rimandare? Ti ascolto subito, perché lo voglio. Ti sono vicino, sono tuo amico e puoi contare su di me!

Se hai bisogno chiama! Ma se non chiami è meglio!

34 pensieri su “Se hai bisogno chiama!

  1. Sì, è qualcosa che difficilmente pronuncio. Ma, quando lo si sente dire, viene alla mente spontanea la tua riflessione. Anche quando si sa destinazione e recapito di chi fa simili propositi…

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  2. E’ una di quelle espressioni stereotipate come se ne dicono tante… Ciao come va? Bene e tu? Mah si tira avanti…e via per la propria strada..frasi meccaniche che non significano proprio niente….

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  3. Post arguto e molto realistico… fa il paio con la canzone di Iannacci: “eh, se me lo dicevi prima” o il più comune “sai dove trovarmi”. La sottocultura mitteleuropea è maestra nell’offrire il prendi 3 paghi 2 tra le difese più efficaci usate per sottrarsi all’impegno di fare realmente qualcosa a beneficio degli altri. Il mercatino dell’usato delle falsità si svolge tutti i giorni, a qualunque ora, e in qualsiasi angolo della città. Dicono che i clienti siano una vera e propria moltitudine.

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  4. Leggo quando posso i tuoi articoli e noto che stai raccontando possibili fatti accaduti, brava, penso che siano in parecchi a leggere quei brani di vita vissuta e ricavarne almeno una speranza futura. Ciao, scusami per la telegraficità. Giorgio G

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  5. It’s true that we use words like that – we should use them only if we really mean them – they become empty meaningless words – in Portuguese we say: ” se precisares de alguma coisa, diz! If we overuse the expression it becomes worthless! Most of the times it is! Have a great weekend – I like your posts a lot! 😀

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