Io sono fatto così!

A chi non è capitato di aprire il frigo e non ricordare più cosa volesse prendere? Chi non ha mai dimenticato la pentola sul gas ancora acceso o un indirizzo importante non trascritto?
Quando queste cose accadono, prima di tutto paralizziamo ogni pensiero cercando di ripescare quello giusto, poi mettiamo in pratica l’azione e, infine, cominciamo ad avere paura. Sì, abbiamo paura che accada di nuovo e che sia indizio di chissà quale tipo di demenza.

Quando, invece, è una persona ciò che dimentichiamo, spesso cerchiamo di non badarci, di sottovalutare l’accaduto, svalutando l’eventuale rimprovero di chi avremmo dovuto ricordare. E così si finisce per cercare dentro di noi un angolino dove porre la dimora del ”Io sono fatto così!”.
Quindi, non ricordare un compleanno o arrivare tardi ad un appuntamento, per esempio, diventano parte integrante del nostro carattere. E poco importa se la persona in questione sia per noi importante o no, comunque, non usciamo da una linea di comportamento diventata un’abitudine in grado di farci sentire al sicuro.

Se nel primo caso, quindi, entra in gioco l’istinto di sopravvivenza che immediatamente ci mette in allarme, cosa accade quando la dimenticanza riguarda i rapporti umani? Dicendo ”Io sono fatto così!”, si ostenta un modo d’essere che ci consente di darci agli altri solo in parte. E la frase diventa un avviso, come quelli di servizio posti su un macchinario, volto a tutelarci da eventuali richieste e reclami.

16 pensieri su “Io sono fatto così!

  1. è bene abituarcisi, se ne vale la pena. se chi dimentica date per noi importanti, è comunque una persona che ci dimostra tutto il suo amore o affetto in altro modo, ben venga che non si ricordi una data (anche se capisco quanto ci si possa rimanere male). possiamo esprimere le nostre rimostranze per modellare la persona come noi vorremmo, ma credo sia meglio far subito i conti con ciò che ci va di accettare o non.

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  2. Se da un bel giorno cominciassi a non esser più distratto con le persone mi preoccuperei di me stesso, perché sarebbe magari un segno di schizofrenia, un cambiamento di personalità improvviso

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  3. Se non ci capitasse ogni tanto di avere delle falle nel sistema, saremmo fin troppo perfetti, E non piaceremmo, a tutti o a qualcuno. Ricordo il film “Will Hunting” e ricordo la frase “avrai dei momenti difficili ma ti faranno apprezzare le cose belle, alle quali non prestavi attenzione”. Quelle cose belle erano i difetti. Un abbraccio. Piero

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