23 ottobre 2011. Marco Simoncelli muore durante una gara. Un lutto che per diverso tempo riempie le pagine dei giornali. Qualcuno esprime in una rubrica di un settimanale le sue perplessità in merito all’eccessivo spazio dedicato dai media alla sua morte rispetto al terremoto in Turchia…
Ho ripensato a quell’osservazione non per contestarla ma per capire le motivazioni della stampa. Di conseguenza mi sono chiesta se essa ha rispecchiato la volontà dei lettori o se, invece, Continua a leggere
Mese: Maggio 2015
La piazza
L’altoparlante annunciò la partenza del treno. Giulio prese posto vicino al finestrino, gli piaceva osservare le case che fiancheggiavano i binari e immaginare la vita dall’unico fotogramma di quotidianità che riusciva a cogliere: una donna che stende il bucato, un uomo che sorseggia il caffè in piedi sul balcone, un ragazzo seduto su una panchina con il capo rivolto in basso a fissare le sue scarpe.
Si voltò a guardare gli altri viaggiatori e si chiese quali rapporti avessero con il mondo. Avevano amici? Condividevano con loro la vita? O erano così presi dal lavoro da non avere il tempo di incontrare nessuno? Ripensò alla piazza del paese dove suo padre lo portava la sera per incontrare gli amici. Dopo cena, senza appuntamento, si era certi di trovare qualcuno. Si chiacchierava, si rideva… Continua a leggere
È il suo momento
Di amore si è sempre parlato e sempre si parlerà. Poesie, romanzi, canzoni. Amore ribelle, amore tragico, amore impossibile. E chi più ne ha più ne metta.
Come ho già detto, però, io non voglio parlare d’amore, ma di cosa esso significhi e di come sia vivere senza. Mi sono chiesta spesso, infatti, quali siano i motivi per i quali si vuole bene. Paura di rimanere soli, egoismo, ormoni, legante che permette ad una società di stare unita? Sono tutte risposte giuste. Ognuno ha il proprio obiettivo. E i mezzi per raggiungerlo variano, non solo per ogni individuo, ma anche secondo lo stato d’animo, la forza di volontà o perfino Continua a leggere
Cuore di mamma
“A proposito! Sai chi ho incontrato l’altro giorno?”, cominciò mia sorella mentre mi aiutava a vuotare le borse della spesa. “Come si chiama? Quella con i capelli lunghi e lisci, piccola e magra… La incontravamo ogni mattina dopo aver lasciato i bambini a scuola…”
“Sì, forse ho capito!”, esclamai, fiera della mia memoria. “Se non sbaglio arrivava sempre un minuto prima del suono della campanella trascinando il figlio assonnato”.
“Già! E ricordi il tempo che spendeva a parlare di lui, delle sue allergie, di quanto fosse bravo a scuola, delle amicizie…?”
“No! Non farmi ripensare a lei. Purtroppo mi vengono in mente le volte Continua a leggere
Come i merli in gabbia
“E se per lui questa casa famiglia fosse diventata l’unico luogo dove sentirsi al sicuro?”, si illuminò l’assistente sociale.
“Mah, a mio parere sta tirando fuori tutta la sua rabbia”, rispose lo psicologo. “Viene da un ambiente violento, e magari ne ha anche copiato gli atteggiamenti”.
“Ma se lo assecondiamo non mostra alcuna violenza. Chiede solo di non andare in nessun posto. E anche quando si mostra incontrollabile, non si è mai scagliato contro nessuno. La sua unica reazione è urlare e scalciare…”
“Ecco, appunto, scalcia mostrando di non capire neppure quello che gli si dice. Quanti anni ha?”
“Nove”.
“Allora non ci sono dubbi Continua a leggere
Giornata promettente
“E lavatemi! E pettinatemi!”, reclamò la donna dal suo letto.
“No, signora! Non ha sentito cos’ha detto il dottore? Deve fare da sola”, rispose con calma la caposala.
“E ora come…? Io non posso fare da sola!”, insistette l’altra mantenendo la sua posa da mantide supina.
“Certo che può. Deve solo usare le mani!”.
D’istinto, la donna abbassò gli occhi per guardarle. Parevano due pinze in disuso dimenticate appese a due braccia ripiegate contro il petto. “Ma come faccio? Non posso alzare le braccia, sono piena di dolori!”, si lamentò.
“Fra un paio di giorni tornerà a casa, se non comincia a darsi da fare ora, quando si ritroverà da sola troverà tutto più difficile!”
“Ma io…”, tentò di replicare, ma le parole si persero nell’aria perché, Continua a leggere
Vivimi!
La guardavo mentre portava alla bocca il cucchiaio con la minestra. Lo faceva con pigrizia. Il gomito rimaneva incollato al tavolo e lo sforzo richiesto alla mano non era sufficiente per sollevarla all’altezza del viso. Questo costringeva la testa a protrarsi in avanti, ma non abbastanza da evitare risucchio e ritorno di cibo nel piatto. L’altra mano, invece, la teneva su una gamba, dimenticando di averla portata con sé. Non aveva problemi fisici. Non c’era nulla che potesse giustificare una tale incapacità. Nulla, a parte Continua a leggere
Hai tutto il tempo…
Cosa vuoi saperne tu che sei giovane e non hai esperienza! Quando avrai la mia età capirai! Beato te che hai ancora tutta la vita d’avanti! Sei fortunato perché hai da pensare solo a divertirti!
Quanto sono ingiuste queste frasi. Quanto egoismo si nasconde nel pensiero di chi le pronuncia e traveste l’ipocrisia con la parola maturità.
Crescere è il lavoro più complicato che esista. A vivere son capaci tutti, basta lasciarsi trasportare dal tempo come una foglia dal fiume, affidando a qualcos’altro il proprio destino. Per crescere, invece, occorre Continua a leggere
L’universo (non) amore
Questo non è un blog d’amore. Qui non si viene per perdersi in una poesia romantica né per esaltare i sensi. Qui si viene per pensare a com’è vivere senza amore. Perché, per quanto ci si sforzi, non si può vivere senza sentirsi amati.
Purtroppo, non siamo capaci di vivere solo per noi stessi. Abbiamo bisogno di appartenere a qualcuno e che questi ci dica, anzi ripeta, quanto siamo importanti.
Che sia una madre, un innamorato o un amico, la nostra richiesta di affetto, di considerazione, di rispetto sarà costante ed inesauribile.
Certo, è un discorso vecchio e trattato infinite volte, ma ci siamo mai soffermati a pensare quanto sia considerato banalmente normale? Abbiamo mai tenuto conto Continua a leggere