Foto ricordo

Mi è tornata in mente, in questi giorni, una scena che mi ha, diciamo, sorpresa molto: un padre nell’atto di strappare le foto dei figli.
Non voglio giudicare l’uomo, perché comprendo che, in momenti di sconforto o nervosismo, chiunque può compiere azioni non sempre ritenute valide. Ma vorrei, invece, interrogarmi riguardo al perché le foto vengono distrutte.
Una fotografia è certamente quello che più ci ricorda ciò che ci fa male, l’impatto visivo è forte e questo è risaputo. Ma essa rappresenta anche un istante della nostra vita, e nel momento in cui ce ne priviamo, anche un ricordo di noi viene perso. E mi chiedo se sia giusto.
Le foto sono momenti vissuti, voluti, assaporati… Ci hanno fatto emozionare e aiutato a guardarci dentro. Eppure sono la prima cosa che siamo disposti a rifiutare appena una storia finisce. La delusione e la rabbia per la perdita ci assicurano che non rimane altra scelta e che la rimozione totale sarà per noi benefica.
A questo proposito mi vien da pensare al cambio di inquilini in un appartamento. Ogni volta, chi arriva ripulisce e dà il bianco, e tutto è pronto per accogliere una nuova vita.
E allora mi chiedo: è forse questo il punto? Miriamo, ogni volta, ad una nuova vita, resettando tutto? Ricominciamo daccapo nella speranza di fare meglio?
Volendo avvalorare questa ipotesi, però, non possiamo non pensare anche al desiderio che l’uomo ha di vivere più vite diverse e a quanto questo risulti in contraddizione con la sua disponibilità a perdere il ricordo delle esperienze vissute, non appena esso risulti insopportabile.
Certo, poter scegliere quali storie vivere e come viverle sarebbe un vantaggio, ma ci soddisferebbe? E, infine, non sono forse necessari i ricordi, perché accettandoli accettiamo noi stessi e le nostre scelte?

25 pensieri su “Foto ricordo

  1. Penso che la potenza del ricordo in sè sia indipendente da qualunque cosa terrena. Sono convinta però, che ogni qual volta ci si accinga a ripescarsi in una foto, a guardare in faccia quei volti che magari non sono più parte della nostra quotidianità, il ricordo assuma una valenza magica, che ci riporta ad emozioni e ai sensi vissuti quel tempo.

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  2. secondo me è più un atto simbolico. Riconosco il mio passato ma ora mi stacco da ciò che è accaduto. Non lo cancello, ma mi libero dal dolore e ricomincio.
    Ovviamente è un gesto strettamente personale e ognuno da un valore diverso a seconda delle emozioni e del suo vissuto.
    un abbraccio

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  3. anche io credo che strappare una foto sia un gesto più che altro catartico. E’ come se, distruggendo un oggetto materiale, ci convincessimo di aver rimosso anche il ricordo di quella persona. Purtroppo sappiamo che non è così ed il farlo può soltanto darci quella sensazione per qualche minuto e non di più.
    Posso comprendere, riferendomi al tuo esempio, che si distruggano le foto dell’altra persona in una relazione di coppia, ma un padre che distrugge le foto dei figli lo trovo un gesto davvero terribile…

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  4. Mmm io adoro la fotografia. Fotografo da quando avevo 6 anni…ma ciononostante diffido delle foto. I ricordi sono plastici…si modellano sul presente da cui ti giri indietro a guardare. Le foto hanno una immobilità che secondo me i ricordi li costringe dentro confini angusti. Quindi direi che si, anhe se pare brutto forse strappare non è cancellare ma cambiare la tavolozza e la tela su cui dipingere i ricordi. Per esser liberi di ricordare come meglio ci aggrada volta x volta.

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    • Si hai ragione! Ultimamente mi è capitato di riflettere proprio sul rapporto foto/ricordi e ho notato che le foto oltre a confinare il ricordo, in un certo qual modo lo modificano a volte, (soprattutto quando questo ricordo è così lontano da essere evocato proprio grazie alla foto) e sono arrivata alla conclusione che probabilmente senza la foto non sarebbe affiorato da solo e forse proprio per questo il ricordo non è proprio genuino! Sono contorta nella spiegazione forse, ma parlo di ricordi lontani cancellati da eventi della vita! 🙂 scusate l’invasione di campo e molto tempo dopo da questa discussione !

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  5. Il ricordo, sovente, vuole essere carezzato con gli occhi e quando, l’ immagine, non ha più valore di esistere:
    lo distruggiamo con un gesto. Ma resta il perenne nell’ anima, il vissuto del momento
    Un sorriso di buon weekend
    Mistral

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  6. Proust Non avrebbe mai scritto la sua opera senza la memoria. A mio modesto parere la memoria è fondamento della nostra vita e sarebbe bene non tralasciare mai nessun ricordo.

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