“No, non ricordo la tua camicetta bianca con i fiorellini!”, risposi per l’ennesima volta.
“L’hai regalata a qualcuno!”, ribadì mia madre con ostinazione.
“Ti assicuro che ti sbagli!”
“E, queste? Non vedi come sono vecchie? Non mi piacciono!”, continuò, tirando fuori dal cassetto due magliette a caso. “Guarda! Era come questa, ma aveva dei fiorellini sul davanti!”, e indicò un’altra maglietta.
“Ma allora non era una camicetta!”, cercai di aiutarla a chiarirsi le idee.
“Queste, non le ho mai messe! Non le ricordo!”, e indicò altre magliette ancora, senza badare a ciò che le avevo detto.
“Senti, fai un po’ ciò che vuoi! Se non ti piacciono, buttale via. Butta via tutto, se ti va! Vado a prenderti un sacco.”
“No, adesso non ne ho voglia.”, chiuse il discorso stendendosi sul letto sospirando.
Mia madre era così: nei momenti di nervosismo si trovava qualcosa da eleggere a problema e un nemico da combattere. In quell’occasione l’oggetto su cui improntare il dramma era una fantomatica camicetta mentre il nemico, come sempre, ero io: io che non l’ascoltavo, che non ricordavo, che non la capivo, che non facevo nulla per migliorare la sua vita.
Sapeva benissimo che non era vero e, a volte, diceva anche che io non centravo nulla, che era colpa della vita, del destino… Ma questo non bastava a farla smettere di tormentarmi. Che fosse il traffico giù in strada, un cane che abbaiava o la vicina del piano di sopra che stendeva il bucato gocciolante, non si lasciava scappare l’occasione per stordirmi con le sue lamentele , quasi come se io avessi dovuto far la guerra a tutto e tutti.
A pensarci bene, ogni volta in cui lei incolpava qualcuno di qualche mancanza o abuso, io le smontavo la tesi cercando di riportarla alla realtà. E forse era per questo che, poi, mi faceva oggetto della sua rivalsa. Non trovando sostegno per le sue smanie bellicose, alla fine ero io l’unico nemico che aveva a disposizione. Sì, un nemico da incolpare. Qualcuno o qualcosa che potesse distrarla dalla paure di invecchiare, dalle insoddisfazioni per una vita poco vissuta e dai sensi di colpa per tutte le volte in cui mi tormentava.
Un nemico da combattere insieme a me per non dover affrontare la consapevolezza degli anni che passavano.
toccante….
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