È il suo momento

Di amore si è sempre parlato e sempre si parlerà. Poesie, romanzi, canzoni. Amore ribelle, amore tragico, amore impossibile. E chi più ne ha più ne metta.
Come ho già detto, però, io non voglio parlare d’amore, ma di cosa esso significhi e di come sia vivere senza. Mi sono chiesta spesso, infatti, quali siano i motivi per i quali si vuole bene. Paura di rimanere soli, egoismo, ormoni, legante che permette ad una società di stare unita? Sono tutte risposte giuste. Ognuno ha il proprio obiettivo. E i mezzi per raggiungerlo variano, non solo per ogni individuo, ma anche secondo lo stato d’animo, la forza di volontà o perfino il luogo dove ci si trova e le possibilità che si hanno in quel momento.
Anche se di questo mare di varianti, quindi, potrei iniziare una lista che mai vedrebbe fine, per ora mi soffermo sulla convinzione che voler bene a qualcuno voglia dire essere spettatore delle sue emozioni. Quello è il suo momento. Ad essere sul palcoscenico è la persona che amiamo. Noi accogliamo i suoi sentimenti, la sosteniamo, la incoraggiamo, l’accompagniamo. Ed è così perché entrambi abbiamo scelto che così deve essere.
Spesso, parlando di un rapporto affettivo, si paragonano i protagonisti a due attori. Sì, potrebbe essere così, ma lasciatemi avere il dubbio che in realtà siano un attore ed il suo pubblico. Perché attori senza pubblico non hanno motivo di essere, mentre pubblico ed attori si completano e possono anche scambiarsi di posto o confondersi l’uno con l’altro.
L’emozione è come un bambino che nasce. E, così come non si lascia che una donna partorisca da sola, allo stesso modo si ha il piacere di condividere la sensazione di gioia, di dolore, di sorpresa, di paura… che una persona cara prova. Per cui se resta da sola, alla lunga, perderà significato, mentre, se è essa a mancare, non si smetterà mai di cercare.

Un pensiero su “È il suo momento

  1. Tempo fa lessi in “L’arte di amare” di E. Fromm che l’amore è una reazione al senso di solitudine che c’è in ognuno di noi.
    Se siamo soli diventiamo ansiosi e siamo anche indifesi.

    “Questo profondo bisogno dell’uomo, dunque, è il bisogno di superare
    l’isolamento, di evadere dalla prigione della propria solitudine.
    L’impossibilità di raggiungere questo scopo porta alla pazzia, poiché il
    panico della completa separazione può essere vinto solo da un isolamento
    dal mondo esterno così totale da cancellare il senso di separazione, perché
    allora il mondo esterno, dal quale sì è separati, scompare.”

    Questa secondo Fromm sarebbe l’origine di ogni forma d’amore e affetto,il dovere di evadere dall’isolamento.

    Certo,Fromm ne sapeva più di noi visto che era uno psicanalista ma in quello che dice non sono sempre d’accordo.
    Per esempio,credo che nei giovani della mia età la più frequente causa di amore/affetto siano gli ormoni!
    No,scherzo xD
    Sono d’accordo con Fromm,o almeno questa è la spiegazione scientifica dell’esistenza del bisogno di affetto,poi ognuno è libero di credere in ciò che vuole.

    Comunque sono d’accordo su quello che dici tu,amare vuol dire essere spettatori delle emozioni altrui,e per questo bisogna trovare una persona ricca intellettualmente…altrimenti lo spettacolo sarà banale e deprimente.

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